Carcinoma della tiroide

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Cos’è il carcinoma della tiroide? 

Il carcinoma della tiroide viene è una neoplasia rara (2% di tutti i tumori), che colpisce la tiroide, una piccola ghiandola posta nel collo, fondamentale nel controllo del metabolismo attraverso la produzione degli ormoni tiroidei T4 e T3. La sua funzionalità è regolata dall’ipofisi, mediante l’ormone TSH.

Il tumore ha una prevalenza nel sesso femminile e può colpire a tutte le età. La sopravvivenza è molto elevata.

Questo tumore origina in genere dalle cellule follicolari che compongono il tessuto tiroideo e si distingue in:

  • Carcinoma papillare: è la forma più frequente di carcinoma differenziato della tiroide. Cresce lentamente e può dar luogo a metastasi ai linfonodi del collo.
  • Carcinoma follicolare: rappresenta circa il 15% dei carcinomi differenziati della tiroide e può generare metastasi a distanza. Colpisce per lo più persone di età superiore ai 50 anni.
  • Carcinoma anaplastico: raro, ma molto aggressivo e di difficile gestione, causa metastasi a distanza molto precocemente.
  • Carcinoma midollare: origina dalle cellule parafollicolari e si caratterizza per la presenza di elevati livelli circolanti di calcitonina. Può avere un andamento familiare ed essere la manifestazione di sindromi genetiche.

Quali sono le cause del carcinoma della tiroide?

Un fattore di rischio accertato è l’esposizione a radiazioni.

Quali sono i sintomi del carcinoma della tiroide?

Il sintomo caratteristico del tumore della tiroide è la presenza di un nodulo tiroideo. È bene precisare però che solo il 3-5% dei noduli alla tiroide sono forme tumorali maligne.

In alcuni casi, in sede laterocervicale possono esservi masse linfonodali.

Come si effettua la diagnosi?

In presenza di noduli tiroidei è opportuno sottoporre il paziente ad approfondimenti diagnostici:

  • Valutazione della funzionalità della tiroide, attraverso il dosaggio TSH, FT4, FT3, anticorpi anti Tireoglobulina e anti Tireoperossidasi.
  • Ecografia tiroidea: per verificare dimensioni e struttura dei noduli.
  • Agoaspirato con ago sottile, il campione prelevato viene sottoposto a un esame citologico, una procedura che spesso permette di distinguere un nodulo benigno da uno maligno.
  • Scintigrafia tiroidea, per osservare il comportamento funzionale della tiroide e dei noduli tiroidei.
  • Misurazione dei livelli di calcitonina, marker specifico del carcinoma midollare della tiroide.
  • Test genetici: nel caso di un carcinoma midollare della tiroide.
  • TC, RM e PET/CT: consentono la stadiazione del tumore identificando le possibili sedi di diffusione della malattia.