
Allergie: basta un semplice prelievo di sangue per scoprire in modo dettagliato e inequivocabile le fonti che provocano starnuti, prurito, nausea, occhi arrossati, orticaria e altri sintomi. «Oltre agli estratti, il Faber Test utilizza le proteine purificate e consente una diagnosi più precisa», spiega la dottoressa Eugenia Frascoia, microbiologa del Laboratorio analisi della Clinica Fornaca.
Allergie: un fastidio che nel periodo primaverile registra uno dei suoi picchi di maggiore attività. Starnuti, prurito, mancanza d’aria. Ma anche nausea, vomito e altri segnali di tipo gastroenterico. Senza contare gli occhi che lacrimano o tutti quei sintomi cutanei che producono edemi e orticaria. La gamma di reazioni alle allergie respiratorie e alimentari è ampia e non sempre facilmente intercettabile. Ma a quali sostanze siamo realmente allergici? E come dobbiamo comportarci al cospetto di piante o cibi che riteniamo “nemici” del nostro stato di benessere quotidiano?
Per rispondere a queste domande la Clinica Fornaca mette a disposizione dei propri pazienti il Faber Test, frutto del lavoro congiunto di Ibbr-CNR (Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche) e di un gruppo di allergologi del Caam (Centri associati di allergologia molecolare). «Il Faber Test è il più attuale, completo e innovativo strumento oggi a disposizione per diagnosticare le allergie – spiega la dottoressa Eugenia Frascoia, microbiologa del Laboratorio analisi della Clinica Fornaca -. Può essere eseguito da pazienti di tutte le età, bambini compresi, viene svolto attraverso un semplice prelievo di sangue e, a differenza dei test cutanei, può essere effettuato anche in presenza di dermatiti diffuse e non viene influenzato dall’eventuale assunzione di farmaci».
Il Faber Test è in grado di valutare allergie causate da: acari e altri artropodi e insetti, pollini di erbe (artemisia, parietaria, ambrosia e altri), polline di graminacee, polline di alberi (cipresso, olivo, platano, nocciolo, betulla, ontano e altri), epiteli di animali (cane, gatto, cavallo, topo), muffe e lieviti, alimenti animali (latte, uovo, pesce, crostacei, molluschi, carne e altro), alimenti vegetali (grano, mais, pesca, mela, kiwi, soia, arachidi, noce, nocciola, pomodori, fragola, legumi e altro), veleni di insetti che pungono (api e vespe), latex.
Il Faber Test utilizza un supporto con 244 allergeni: 122 estratti («Ciascuno di essi contiene tutte le componenti allergeniche di una fonte») e 122 molecole allergeniche, vale a dire proteine purificate alle quali la persona può essere sensibile e che possono essere presenti anche in altre fonti. «Le singole molecole allergeniche purificate forniscono molte informazioni in più – continua la dottoressa Frascoia -. Facciamo un esempio con la pesca: il frutto contiene almeno quattro proteine allergeniche (Ltp, profilina, taumatina e peamacleina) e le persone possono risultare sensibili a una o più componenti. Risultare positivi all’estratto di pesca significa essere allergici al frutto, conoscere il componente preciso che scatena l’allergia consente invece quella diagnosi personalizzata in grado di fornire indicazioni precise su sintomi e altri alimenti ai quali la stessa persona potrebbe risultare allergica». Se, sempre ad esempio, la persona risultasse allergica alla Ltp della pesca, con ogni probabilità andrebbe incontro a una cross-reazione con altri frutti (albicocca, mela, gelso, kiwi, melograno, mandorla, nocciola) che contengono la stessa proteina.
Con lo stesso principio, il Faber Test può indagare su ben sette tipi di latte (vacca, capra, pecora, bufalo, asino, cavallo e cammello) valutando l’eventuale allergia di bambini o lattanti al latte vaccino e, contemporaneamente, verificare la possibilità di usare un sostituto. Idem con le uova: questo Test è in grado di valutare le sensibilità verso quelle di gallina, tacchino, quaglia e oca.
«Si tratta di informazioni molto preziose per il medico, aiutato così a formulare una diagnosi più precisa e una dieta sicura e non condizionato dalle informazioni fornite dal paziente, non sempre in grado di fornire tutte le indicazioni utili», aggiunge la dottoressa Frascoia. Che conclude: «In assenza di un’accurata identificazione degli allergeni realmente responsabili, si corre invece il rischio di complicare la vita al paziente ponendolo al riparo da un eccessivo numero di fonti allergeniche che sono coinvolte solo all’apparenza». In pratica, si rischia di costringerlo a un numero di privazioni superiore a quelle realmente necessarie. Il Faber Test è invece categorico nel riconoscere l’allergia e nel mettere perciò il medico in condizione di predisporre il trattamento adeguato.