Che cos’è l’infezione da Human Papilloma Virus?
L’HPV è una famiglia di virus con più di 200 genotipi virali che può provocare:
- nella maggior parte dei casi, lesioni benigne, come condilomi o papillomi sulle mucose genitali e orali, così come verruche sulla pelle (principalmente sul viso, sulle mani e sui piedi). Per quanto riguarda le infezioni HPV genitali, spesso le infezioni guariscono naturalmente;
- nella minoranza dei casi, invece, le lesioni, se non trattate, possono svilupparsi lentamente in un tumore (generalmente un tumore del collo dell’utero).
Le conseguenze dell’infezione da Papilloma virus sugli esseri umani variano notevolmente a seconda del tipo e della famiglia virale.
Il virus si replica in genere sfruttando le cellule della cute e delle mucose, causando una crescita eccessiva (iperplasia) che si riflette nella comparsa di condilomi e papillomi nelle mucose e nella pelle. Queste escrescenze spesso sono ricoperte da uno strato di ipercheratosi, un loro tratto distintivo.
I vari tipi di HPV possono colpire le vie respiratorie superiori (laringe, faringe, lingua, tonsille, palato e naso), le vie genitali maschili e femminili (cervice uterina, glande,scroto, perineo, vagina, pene, utero).
Gli HPV che causano infezioni agli organi genitali sono in particolare suddivisi in due categorie: a basso rischio oncogeno (genotipi HPV 4, 6, e 11) e ad alto rischio oncogeno (genotipi HPV 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66, 68).
Circa l’80% delle persone sessualmente attive (in particolare le donne giovani) contrae l’HPV almeno una volta nel corso della vita. Con un tipo di HPV ad alto rischio oncogeno, meno dell’1% degli infettati sviluppa lesioni neoplastiche e le modifiche cellulari causate dal virus HPV possono essere trattate rapidamente.
Se l’infezione persiste vicino alla cervice uterina per diversi anni, è possibile che si sviluppi un tumore, tuttavia questa progressione è estremamente rara sotto i 30 anni. L’organismo, infatti, può combattere il virus in più del 90% dei casi. Tuttavia, nel caso in cui le alterazioni alle mucose dovessero evolvere in tumore, questo processo sarà prenderà dai 4 ai 10 anni.
Cause e sintomi
I rapporti sessuali sono la principale causa di infezione genitale da Papilloma virus umano.
La presenza di cellule virali attive e abrasioni, tagli o lesioni sulla pelle o sulle mucose può anch’essa portare alla trasmissione tramite contatto fisico.
Il sesso orale può portare a infezioni delle vie respiratorie o del cavo orale. Il rischio di contrazione è maggiore per coloro che sono immunocompromessi.
Solo più di rado, il virus può essere contratto entrando in contatto con superfici o asciugamani che le persone infette hanno precedentemente utilizzato in alcuni ambienti pubblici come docce, piscine e spogliatoi.
La compresenza di infezioni sessualmente trasmissibili, un sistema immunitario debole, l’essere obesi, una dieta non equilibrata e il fumo aumentano la probabilità di contrarre infezioni e contagiare.
I sintomi provocati dal Papilloma virus umano variano a seconda del tipo di infezione contratta. I segni più comuni di infezioni da HPV a basso rischio sono le verruche, che possono essere comuni, plantari o genitali.
Le verruche genitali, chiamate condilomi, possono essere presenti intorno ai genitali esterni, dentro la vagina, intorno o all’interno dell’ano, e sul perineo (tra la vulva e l’ano). Queste lesioni sono costituite da piccole escrescenze disposte a grappolo che hanno una forma simile a un cavolfiore, ma in altri casi, le lesioni possono essere piatte o raggruppate.
In genere, le verruche HPV non causano sintomi, ma talora portano a fastidio, prurito e disagio al contatto con i vestiti.
Invece, i ceppi di HPV ad alto rischio di causare cancro nelle mucose genitali sono caratterizzati da cambiamenti asintomatici nelle cellule (citologiche) e nei tessuti (istologiche) delle mucose genitali. I suddetti segni possono essere identificati solo tramite esami diagnostici di II° livello (vulvoscopia e colposcopia, per esempio).
Prevenire l’infezione da HPV è possibile?
Per evitare l’infezione da HPV, l’unica forma efficace di prevenzione è la vaccinazione. Il vaccino contro l’HPV è disponibile da ormai oltre 25 anni e protegge la cervice uterina dai ceppi più aggressivi con evoluzione maligna e dai ceppi a basso rischio, ma più infettivi.
Il vaccino è ora parte della programmazione vaccinale consigliata e obbligatoria per gli adolescenti in molte nazioni occidentali. Il vaccino HPV più recente blocca i ceppi HPV che sono responsabili di quasi il 100% dei tumori. Visto che non utilizza particelle virali o virus interi attenuati o inattivati (ma proteine che stimolano il sistema immunitario), il vaccino non contiene materiale genetico, quindi non può infettare le cellule né replicarsi.
La somministrazione è solitamente da farsi prima dell’attività sessuale, ossia prima che l’organismo sia entrato a contatto con l’HPV. Il vaccino attuale è il Gardasil 9 nonavalente, che protegge dagli stereotipi 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58 (responsabili della maggior parte delle lesioni precancerose ano-genitali ed orali). Dal 2018, la vaccinazione è gratuita per entrambi i sessi e disponibile a partire dagli 11 anni.
Secondo recenti studi, anche gli adulti o coloro che sono già stati infettati dal virus potrebbero ricevere il vaccino.
Più specificatamente, per quanto riguarda le dosi:
- Al momento della prima iniezione, il vaccino può essere somministrato in due dosi;
- Tra cinque e tredici mesi dopo la prima dose, viene somministrata la seconda;
- Dai 15 anni in su, il vaccino può essere somministrato in tre dosi contemporaneamente alla prima iniezione. È necessario somministrare la seconda dose un mese dopo la prima e la terza dose tre mesi dopo la seconda.
Il ciclo ha una durata di 12 mesi.
Inoltre, è essenziale tenere presente alcune regole semplici:
- quando si è in ambienti comuni come bagni o piscine, mantenere i piedi puliti e asciutti;
- non condividere asciugamani o accappatoi;
- utilizzare regolarmente un preservativo, che riduce il rischio di contrarre l’infezione, ma non lo elimina del tutto;
- evitare rapporti pericolosi e occasionali;
- per evitare che le verruche si diffondano dalle mani alla bocca, non mangiarsi le unghie.
Iter diagnostico
Dopo aver notato le lesioni caratteristiche sulla pelle o sulle mucose del paziente, il ginecologo o dermatologo può stabilire una diagnosi. Il Pap test (o un altro test che evidenzi il DNA virale) metterà in luce eventuali alterazioni citologiche e istologiche causate dai ceppi di HPV potenzialmente oncogeni.
Se necessario, biopsie mirate delle mucose genitali possono essere effettuate utilizzando un colposcopio, che permetterà di esaminare i tessuti ingranditi.
Come trattare l’infezione da HPV?
La maggior parte delle lesioni HPV guarisce senza trattamento in 1-2 anni grazie all’azione del sistema immunitario, tuttavia, è fondamentale sapere che il virus può rimanere nell’organismo anche dopo la scomparsa delle verruche.
Si interverrà poi in modo mirato in base alla tipologia delle lesioni persistenti. Per esempio, nel caso delle verruche cutanee, lo specialista può prescrivere procedure chirurgiche locali (curettage, diatermocoagulazione, laserterapia e crioterapia), soluzioni topiche iperacidificanti, o l’uso di creme antivirali. I condilomi genitali vengono tipicamente vaporizzati attraverso la diatermocoagulazione, i trattamenti laser o le creme immunostimolanti.
Attraverso asportazioni selettive del collo dell’utero, le lesioni precancerose della cervice uterina verranno rimosse (pur cercando di mantenere inalterate le capacità riproduttive della paziente). Un approccio chirurgico è necessario per i tumori dell’orofaringe, mentre chemioterapia e radioterapia sono i trattamenti di prima scelta per i tumori più grandi.