Sindrome dell’intestino irritabile

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Che cos’è la sindrome dell’intestino irritabile? 

La sindrome dell’intestino irritabile è una patologia abbastanza comune, che colpisce prevalentemente le donne, con una prevalenza nella popolazione di età compresa tra i 20 e i 50 anni.

Si caratterizza per fastidi o dolori a livello addominale, con la presenza di diarrea o di stitichezza o di un’alternanza tra le due, con conseguenti ripercussioni sulla qualità della vita. Ha un andamento cronico e tende a riacutizzare in occasione di eventi stressanti, a livello fisico o emotivo. 

Quali sono le cause della sindrome dell’intestino irritabile? 

La sindrome dell’intestino irritabile può essere scatenata da diversi fattori e non sempre è facile individuare il responsabile. Concorrono infatti fattori psico-sociali e fattori biologici, come per esempio la predisposizione, la suscettibilità, le condizioni della flora batterica. Possono giocare un ruolo importante anche allergie e intolleranze alimentari, assunzione cronica di farmaci, stress.

In diversi pazienti si ha una concomitanza con altre patologie, come dispepsia funzionale, malattia da reflusso gastroesofageo, celiachia.

Quali sono i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile?

I sintomi caratteristici della sindrome dell’intestino irritabile sono definiti dai cosiddetti Criteri di Roma, criteri diagnostici internazionali.

Il dolore o il fastidio addominale (la cui insorgenza risale ad almeno sei mesi prima della diagnosi) deve essere stato presente per almeno tre giorni al mese negli ultimi tre mesi, in associazione a due o più dei seguenti sintomi:

  • Migliora in seguito a evacuazione.
  • È inizialmente associato a modificazioni della frequenza delle evacuazioni.
  • È inizialmente associato a modificazioni delle feci in termini di aspetto.

Tra gli altri sintomi si segnalano:

  • Frequenza anomala di evacuazioni (più di tre al giorno o meno di tre alla settimana).
  • Alterata consistenza delle feci.
  • Difficoltà nell’evacuazione.
  • Gonfiore o distensione addominale, talvolta in alternanza.

I pazienti con sindrome dell’intestino irritabile spesso soffrono anche di emicrania, ansia, depressione, fibromialgia, fatica cronica, cistite e problemi nella sfera sessuale. 

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi si basa sui sintomi avvertiti dal paziente ed è definita di esclusione, in quanto si basa sull’assenza di malattie organiche specifiche che giustifichino la presenza dei sintomi.

In presenza di sintomi cosiddetti “di allarme”, lo specialista prescriverà esami di approfondimento. Sono ritenuti sintomi di allarme:

  • insorgenza dopo i 50 anni di età
  • dimagrimento inspiegabile
  • anemia
  • febbre
  • sangue nelle feci
  • dolore che non migliora dopo l’evacuazione

Alcuni degli esami che potrebbero essere indicati sono:

  • Colonscopia, per osservare le condizioni del colon ed eventualmente asportare campioni di tessuto da sottoporre ad approfondimenti (biopsia).
  • TC, per indagare gli organi interni.
  • Breath test al lattosio, per verificare la presenza di lattasi, l’enzima necessario alla digestione degli zuccheri (lattosio) presenti nei latticini. L’assenza dell’enzima potrebbe suggerire che è il consumo dei latticini a causare la sindrome.
  • Esami del sangue per la celiachia.