Ipotermia

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Il termine ipotermia identifica la particolare situazione fisica di emergenza in cui il corpo perde il proprio calore in modo troppo repentino e più velocemente di quanto riesca a produrlo nuovamente. Questa condizione può portare a un abbassamento molto pericoloso della temperatura corporea, che se dovesse scendere al di sotto dei 35 °C potrebbe impedire il corretto funzionamento del cuore, del sistema nervoso e di numerosi altri organi.

Le cause che possono generalmente scatenare l’ipotermia sono l’esposizione a temperature atmosferiche molto basse o l’immersione in acqua troppo fredda. Il sintomo principale dell’ipotermia è costituito da brividi, capogiri più o meno intensi, sensazione di fame, nausea, respirazione accelerata, difficoltà a parlare e un lieve stato confusionale, ma anche perdita della coordinazione dei movimenti del corpo, aumento della frequenza cardiaca e affaticamento generale. Nei casi più gravi, il battito cardiaco può rallentare fino a far perdere conoscenza al soggetto colpito da ipotermia.

Quali situazioni mediche sono associabili all’ipotermia?

Le patologie che si possono associare all’ipotermia sono:

  • Morbo di Addison
  • Sepsi
  • Shock settico
  • Ustioni

Questo non vuole essere un elenco esaustivo e il consiglio migliore è sempre chiedere una diagnosi al proprio medico, soprattutto se il disturbo persiste.

Esistono trattamenti per l’ipotermia?

Il primo trattamento a cui sottoporsi deve mirare ad un’azione di incremento della temperatura del corpo portata avanti senza massaggiare o sfregare il corpo, ma cercando di recarsi in un ambiente caldo e asciutto, levando indumenti bagnati o troppo freddi e trovando calore avvolti in coperte asciutte, coprendo anche la testa e lasciando scoperto solo il volto. Per riscaldarsi è possibile cercare di acquisire calore dalla vicinanza di un’altra persona, bere liquidi caldi (ma non alcol) e tamponare con impacchi caldi, ma solo sul collo, sulla gabbia toracica o all’inguine, mai su gambe o braccia. È pericoloso anche usare acqua calda o lampade riscaldanti.

I medici potranno invece intervenire con l’emodialisi o una flebo per riscaldare il sangue, oppure attraverso la somministrazione di ossigeno umidificato o l’uso di una soluzione salina calda per riscaldare alcune aree del corpo, ad esempio la cavità addominale.

Con ipotermia bisogna andare dal medico?

In caso di ipotermia bisogna rivolgersi immediatamente a un Pronto soccorso.