«Curare l’allergia per evitare che diventi una forma d’asma irreversibile»


Il dottor Remo Obert, pneumologo della Clinica Fornaca, sottolinea: «Circa il 25-30 per cento della popolazione italiana ha l’allergia che è presente nel 50 per cento del totale degli asmatici». Diagnosi precoce e terapia corretta possono limitare i danni di una malattia dall’elevato costo sociale. «Il ritorno del caldo ha favorito l’inevitabile recrudescenza delle allergie. È […]

Il dottor Remo Obert, pneumologo della Clinica Fornaca, sottolinea: «Circa il 25-30 per cento della popolazione italiana ha l’allergia che è presente nel 50 per cento del totale degli asmatici». Diagnosi precoce e terapia corretta possono limitare i danni di una malattia dall’elevato costo sociale.

«Il ritorno del caldo ha favorito l’inevitabile recrudescenza delle allergie. È bene ricordare che i soggetti allergici rappresentano il 50 per cento del totale dei pazienti asmatici e che sottovalutare o non trattare in modo adeguato determinati sintomi può condurre a forme d’asma talvolta irreversibili». Con queste parole il dottor Remo Obert, pneumologo della Clinica Fornaca, introduce il tema delle allergie e il loro stretto legame con l’asma.

Dottor Obert, partiamo proprio dall’asma: che cos’è? come si manifesta? qual è la sua incidenza?

«L’asma è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da dispnea (mancanza di respiro), tosse e senso di costrizione toracica, associata a ostruzione reversibile delle vie aeree. Questa ostruzione è causata da iperemia, dall’edema della mucosa bronchiale, dallo spasmo della muscolatura liscia bronchiale e dalle secrezioni bronchiali che ne riducono il lume. Negli stadi tardivi della malattia sono inoltre presenti anche alterazioni anatomiche, quindi irreversibili. Si tratta di una malattia dall’elevato costo sociale che riguarda circa 300 milioni di pazienti al mondo e che in Italia interessa il 4-5 per cento della popolazione. Ci sono alcuni contesti in cui si sviluppa l’asma: allergie, BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva), fumo di sigaretta, patologie otorinolaringoiatriche e alcune forme di reflusso gastroesofageo».

In che modo viene diagnosticata l’asma?

«Una semplice visita clinica, in presenza di broncospasmo, permette al medico di sentire i segni di ostruzione toracica. Può essere fatta con la spirometria che può evidenziare una turba ostruttiva reversibile o, per evidenziare l’iperattività bronchiale, può invece essere necessario il test di stimolazione bronchiale con metacolina».

Come ci si comporta di fronte alle forme di allergia?

«Quando c’è il dubbio di una patogenesi allergica sono importanti test allergici cutanei e il dosaggio delle IGE. L’allergologo si affianca così a uno pneumologo. È molto importante, accordando la clinica con i test eseguiti, identificare l’allergene responsabile perché si permette di allontanare il paziente dalla causa dell’allergia o di poterlo vaccinare riducendo la gravità della patologia e l’uso dei farmaci. Circa il 25-30 per cento della popolazione italiana ha l’allergia ed è presente nel 50 per cento del totale degli asmatici».

Come si cura l’asma?

«Lo scopo della terapia dell’asma è il controllo della malattia. In base ai sintomi avvertiti dal paziente nelle ultime quattro settimane possiamo definire l’asma controllata, parzialmente controllata o incontrollata. Questa suddivisione ci permette di stabilire meglio la terapia che può essere aumentata o ridotta a seconda dei casi. Abbiamo a disposizione una grande quantità di farmaci, il principale dei quali è il cortisone, da assumere per via inalatoria o, nei casi più gravi o di riacutizzazione, anche per bocca o in infusione. Altri farmaci sintomatici come i Beta 2 stimolanti agiscono sui recettori bronchiali determinando la broncodilatazione. Occorre usare molta attenzione nell’uso corretto dei broncodilatatori: lo specialista deve sempre verificare col paziente la corretta esecuzione, in quanto è tutt’altro che infrequente scoprire come il fallimento di una terapia farmacologica sia legato a un uso scorretto del farmaco indicato».

L’ultima frontiera pare essere quella degli anticorpi monoclonali: come agiscono?

«Nei casi più gravi di asma sono disponibili, solo su prescrizioni ospedaliere, anticorpi monoclonali che agiscono sulle vie infiammatorie. Nei vari laboratori mondiali si continuano a studiare mediatori chimici dell’infiammazione con l’obiettivo di bloccarla. In questo modo potremmo avere sempre più una terapia mirata e personalizzata».