Anestesia spinale e peridurale: il trapianto si fa da svegli


«Questa “tecnica combinata” ha permesso di andare oltre le difficoltà respiratorie del paziente», spiega il dottor Pierpaolo Donadio, anestesista della Clinica Fornaca e coordinatore regionale delle donazioni e dei prelievi di organi e tessuti. S’è detto e scritto molto del trapianto di rene eseguito la scorsa estate su un paziente sveglio («Nel corso dell’intervento io […]

«Questa “tecnica combinata” ha permesso di andare oltre le difficoltà respiratorie del paziente», spiega il dottor Pierpaolo Donadio, anestesista della Clinica Fornaca e coordinatore regionale delle donazioni e dei prelievi di organi e tessuti.

S’è detto e scritto molto del trapianto di rene eseguito la scorsa estate su un paziente sveglio («Nel corso dell’intervento io e il chirurgo parlavamo anche di calcio», ha rivelato il trapiantato). È accaduto nel reparto di Anestesia Rianimazione 3 delle Molinette, diretto dal dottor Pierpaolo Donadio, anestesista della Clinica Fornaca, dove affianca in sala operatoria il professor Gian Ruggero Fronda e il professor Giovanni Gandini.

Una grave insufficienza respiratoria del paziente, un uomo napoletano di 38 anni, rendeva impossibile il ricorso all’anestesia generale. «Per questo motivo è stata adottata una tecnica combinata, in grado di garantire la buona riuscita del trapianto rispettando le comorbidità del paziente», spiega il dottor Donadio. Tecnica combinata che ha messo insieme l’anestesia spinale con quella peridurale: «La vera abilità dell’anestesista risiede nella scelta corretta della tecnica adatta al singolo paziente – aggiunge ancora il dottor Donadio -. Nello specifico il merito della giusta combinazione è tutto del dottor Fabio Gobbi che ha eseguito l’intervento assieme ai chirurghi vascolari Piero Bretto e Federica Giordano e all’urologo Giovanni Pasquale».

Spinale più peridurale: è questa la vera grande peculiarità dell’intervento eseguito a Torino. «Attraverso l’iniezione di anestetico dentro il liquor, l’anestesia spinale toglie il dolore, paralizza e dà rilasciamento muscolare – precisa il dottor Donadio -, mentre quella peridurale blocca solo i nervi sensitivi e non quelli motori». Risultato della combinazione delle due tecniche è la totale assenza di dolore associata al rilasciamento muscolare: «Senza alcun effetto sulla respirazione e senza perciò essere pericolosa per pazienti come quello protagonista dell’intervento in oggetto».

«Il ruolo dell’anestesista è fondamentale per la riuscita di qualsiasi trapianto», aggiunge il dottor Pierpaolo Donadio. Un’affermazione pronunciata con cognizione di causa, dal momento che il dottor Donadio è il coordinatore regionale delle donazioni e dei prelievi di organi e tessuti e, lungo gli ultimi trent’anni, ha avuto un ruolo di primo piano nella nascita e nello sviluppo di programmi legati ai trapianti di rene, fegato e polmoni. «Lo scorso agosto abbiamo raggiunto quota 3000 trapianti – afferma con grande soddisfazione -, un risultato straordinario che è frutto di un articolato lavoro di équipe. Il mio ruolo di coordinatore implica il coinvolgimento dei vari coordinatori ospedalieri e la piena aderenza delle strutture ospedaliere alle procedure e ai protocolli previsti in caso di necessità. Un trapianto multiorgano coinvolge circa 170 persone, chiamate talvolta a mettersi in moto nello spazio di un attimo e in piena notte».

Ma non è che d’ora in avanti chiunque si sottoporrà a un trapianto d’organi chiederà di essere operato da sveglio? «L’intervento sul paziente di Napoli ha aperto una strada – conclude il dottor Donadio -: praticabile laddove le comorbidità del trapiantato portino a eseguirla. Ma è bene rimarcare che nessuno degli altri 2999 trapiantati in questi anni ha mai sentito dolore. La narcosi era e rimane l’opzione preferita, poi il compito dell’anestesista è sempre quello di trovare la soluzione più adatta alle esigenze del paziente e alla conseguente buona riuscita dell’intervento».