Anticorpi monoclonali: cosa sono e quando si possono utilizzare


Gli anticorpi monoclonali sono sempre più diffusi ed efficaci in molte aree terapeutiche: ne hanno parlato al Comitato scientifico della Clinica Fornaca la dottoressa Virginia Caliendo e il dottor Giacomo Tamponi. “Utilizzo degli anticorpi monoclonali nelle malattie oncologiche ed emostatiche” : se n’è parlato mercoledì 22 febbraio, nella Sala Torino del Centro congressi dell’Unione industriale, […]

Gli anticorpi monoclonali sono sempre più diffusi ed efficaci in molte aree terapeutiche: ne hanno parlato al Comitato scientifico della Clinica Fornaca la dottoressa Virginia Caliendo e il dottor Giacomo Tamponi.

“Utilizzo degli anticorpi monoclonali nelle malattie oncologiche ed emostatiche” : se n’è parlato mercoledì 22 febbraio, nella Sala Torino del Centro congressi dell’Unione industriale, nell’ambito di un incontro promosso dal Comitato scientifico della Clinica Fornaca che ha proposto in veste di relatori la dottoressa Virginia Caliendo, specialista in Dermatologia dello Skin Center del Centro Diagnostico Fornaca e dirigente medico della Divisione di Oncologia chirurgica dermatologica dell’ospedale San Lazzaro di Torino e il dottor Giacomo Tamponi, medico ematologo della Clinica Fornaca.

«La terapia con anticorpi monoclonali prevede l’utilizzo di anticorpi di uno stesso tipo che si legano specificamente alle cellule bersaglio», ha spiegato in apertura il dottor Tamponi. Questi anticorpi possono perciò stimolare il sistema immunitario del paziente e aggredire le cellule bersaglio che siano o meno tumorali. «Oppure possono sbloccare le cellule-T del paziente che risultano bloccate dalle cellule tumorali attraverso meccanismi inibitori di superficie cellulare», ha aggiunto il dottor Tamponi.

Sono molte le aree terapeutiche che oggi vedono l’utilizzo degli anticorpi monoclonali. Tra queste figurano: oncologia, artrite reumatoide, trapiantologia, asma, psoriasi, osteoporosi, Malattia di Crohn, riduzione ipercolesterolemia. La dottoressa Caliendo s’è soffermata in primis sul trattamento dei melanomi attraverso l’Ipilimubab che, attivando il sistema immunitario e stimolando la proliferazione delle cellule-T, aumenta la sopravvivenza nei pazienti operati. «Il ruolo dell’immunoterapia – ha ribadito la dottoressa Caliendo – è quello di indirizzare le cellule del sistema immunitario a riconoscere e distruggere selettivamente solo le cellule tumorali». Il melanoma, tumore spesso maligno che origina nella cute, ha un’incidenza in aumento e rappresenta oggi l’1 per cento di tutti i tumori maschili e l’1,8 per cento di tutti quelli femminili: «C’è una variabilità geografica che non siamo ancora in grado di spiegare e che vede Torino al primo posto in Italia per incidenza del melanoma». La dottoressa Caliendo ha concluso ricordando: «Nel trattamento dei tumori è comunque più che mai necessaria la multidisciplinarietà: la strategia migliore resta quella di un approccio che mette insieme chirurgo, oncologo e radioterapista».

Il dottor Tamponi ha dal canto suo dimostrato l’efficace applicazione degli anticorpi monoclonali in una serie di malattie rare, a partire dalla porpora trombotica trombocitopenica. La tecnica per produrre gli anticorpi monoclonali risale al 1975 mentre il primo a essere stato commercializzato reca la data del 1986. «Da allora – ha concluso il dottor Tamponi – è entrato nell’uso clinico un elevatissimo numero di anticorpi, in prevalenza in ambito oncologico ma anche nel campo delle malattie infiammatorie trombotiche ed emorragiche». Tanto che nel 2013, tra i venti magari prodotti biotecnologici venduti nel mercato farmaceutico degli Stati Uniti, ben otto erano anticorpi monoclonali.