Il benessere della donna passa attraverso un corretto stile di vita


Benessere della donna: “Salute, alimentazione e movimento”, se n’è discusso lo scorso 25 ottobre all’Unione Industriale di Torino nell’incontro organizzato da Clinica Fornaca e Federmanager Minerva Torino. Il benessere della donna passa anche attraverso la prevenzione. Quest’ultima si realizza anche per mezzo di una serie di comportamenti e abitudini quotidiane che contribuiscono a definire un corretto […]

Benessere della donna: “Salute, alimentazione e movimento”, se n’è discusso lo scorso 25 ottobre all’Unione Industriale di Torino nell’incontro organizzato da Clinica Fornaca e Federmanager Minerva Torino.

Il benessere della donna passa anche attraverso la prevenzione. Quest’ultima si realizza anche per mezzo di una serie di comportamenti e abitudini quotidiane che contribuiscono a definire un corretto stile di vita. È il messaggio finale recapitato mercoledì 25 ottobre, nella Sala Piemonte del Centro congressi dell’Unione industriale di Torino, dai relatori dell’incontro “Benessere al femminile – Salute, alimentazione e movimento”, organizzato da Clinica Fornaca e Federmanager Minerva Torino e al quale hanno preso parte tre medici specialisti della Fornaca: la dottoressa Giovanna Mariscotti, responsabile del Centro di senologia clinica delle Molinette alla Città della Salute e della Scienza; la dottoressa Rosalba Galletti, specialista in Diabetologia e Malattie metaboliche presso la struttura di Dietetica e Nutrizione clinica dello stesso ospedale e il dottor Luca Tomaello, direttore tecnico del Centro Isokinetic di Torino. Assieme a loro la dottoressa Giulia Veronesi, responsabile della Chirurgia Robotica presso l’unità di Chirurgia toracica dell’Istituto clinico Humanitas di Milano

Introdotti dalla coordinatrice di Federmanager Minerva Torino, Marina Cima: («Attraverso la salute della donna passa anche quella della famiglia e dell’intera società», ha detto) e dal saluto del direttore generale di Federmanager, Mario Cardoni, gli interventi dei quattro relatori sono stati moderati dal giornalista Gabriele Beccaria, responsabile di “Tuttoscienze”, l’inserto scientifico che ogni mercoledì arricchisce le pagine de “La Stampa”. «Prevenzione significa anche nuove forme di dialogo tra paziente e medico – ha ricordato Beccaria -. Anche per questo motivo l’informazione deve essere sempre più corretta, così da poter prevalere su quella fasulla».

È stata quindi la dottoressa Giovanna Mariscotti ad aprire la serata: «Il progresso tecnologico ha favorito una rapida accelerazione nella diagnosi del tumore al seno – ha precisato -. Lo screening rivolto alle donne prive di sintomi tra i 50 e i 69 anni di età è stato accompagnato dalla sempre maggiore efficacia di strumenti come la mammografia, l’ecografia e, ultima in ordine di tempo, la tomosintesi». Quest’ultima ha aggiunto una terza dimensione alla ricostruzione dell’immagine della mammella: «L’esame consente di individuare con maggiori probabilità di successo il mascheramento delle lesioni», ha specificato prima di menzionare le ultime frontiere in materia di diagnostica che parlano di tomobiopsy e di mammografia digitale con mezzo di contrasto. «Riconoscere i segni precoci aiuta indubbiamente a migliorare l’individuazione del tumore mammario», ha concluso la dottoressa Mariscotti.

Di cibo e degli effetti che la cattiva alimentazione provoca sulla nostra salute ha invece parlato la dottoressa Rosalba Galletti: «Mangiamo troppo e mangiamo male – ha esordito -. È dimostrato che i tumori di intestino, prostata e mammella sono in qualche modo legati all’alimentazione e che, in particolare, i pazienti obesi corrono un rischio maggiore di ammalarsi di cancro». Eppure proprio il comportamento e l’ambiente sono gli unici fattori di rischio modificabili: «Dobbiamo imparare a stare attenti a quanto mangiamo e a informarci in modo adeguato su tutti i prodotti che acquistiamo – ha ammonito – perché un corretto stile di vita abbatte del 30 per cento il rischio di tumore». Ha quindi fornito una serie di indicazioni utili per quando ci si siede a tavola: consumare regolarmente frutta e soprattutto verdura, ridurre il sale, scegliere alimenti ricchi di fibra, ridurre il consumo di carni rosse e salumi, fare attenzione agli zuccheri. «Cucinare gli alimenti nel modo giusto e fare la spesa con attenzione sono due azioni che possono fare la differenza», ha chiosato la dottoressa Galletti.

Il tumore al polmone è stato al centro dell’intervento della dottoressa Giulia Veronesi: «Uccide 35mila persone l’anno – ha esordito -. È come se ogni giorno si schiantasse al suolo un aereo con 100 persone a bordo». Una tragedia consumata nella semi-indifferenza generale alla quale il tabacco contribuisce nell’87 per cento dei casi: «Il tabagismo non è un vizio bensì una dipendenza che richiede adeguato supporto medico», ha messo in guardia. Citando l’esperienza virtuosa dell’Uruguay, la dottoressa Veronesi ha quindi sottolineato il ruolo che medici e mezzi di informazione dovrebbero assumere per mettere in evidenza i rischi legati al fumo. «L’abolizione del fumo, la diagnosi precoce e la farmaco-prevenzione sono gli strumenti di prevenzione a nostra disposizione», ha osservato. La diagnosi precoce, in particolare, funziona al punto di guarire l’80 per cento dei tumori intercettati in uno stadio iniziale: «Stiamo lavorando a linee-guida europee in grado di portare allo screening per i forti fumatori». È invece già realtà la chirurgia toracica che con l’utilizzo dei robot e in modalità sempre più mininvasiva consente resezioni precise e cicatrici sempre più piccole.

A chiudere la serata ha infine provveduto il dottor Luca Tomaello: «Cosa vuol dire essere in salute?», ha domandato per poi rispondere con la definizione fornita dall’Oms: «Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità». Un obiettivo raggiungibile anche attraverso l’importanza dell’esercizio: «Almeno dieci minuti alla volta e almeno mezzora per cinque volte la settimana», ha raccomandato il dottor Tomaello. Basta anche una camminata moderata di almeno cento passi al minuto: «Diecimila passi al giorno rappresentano in molti casi l’ideale, mentre chi ne fa meno di 5mila deve essere considerato una persona sedentaria». Ha comunque ribadito come l’esercizio sia una delle medicine più potenti: «Il medico deve imparare a prescriverlo in modo preciso e a pretenderne il rispetto assoluto da parte del paziente».