Biopsia polmonare per via toracoscopica con il paziente sveglio


«Abbiamo utilizzato la “awake VATS”, metodica che abbina a un approccio minimamente invasivo la totale assenza di intubazione e comporta una serie di vantaggi», afferma il dottor Paraskevas Lyberis, chirurgo toracico dell’équipe che ha eseguito l’intervento. Una biopsia polmonare per via toracoscopica condotta con il paziente sveglio e cosciente: è stata eseguita in Fornaca nello […]

«Abbiamo utilizzato la “awake VATS”, metodica che abbina a un approccio minimamente invasivo la totale assenza di intubazione e comporta una serie di vantaggi», afferma il dottor Paraskevas Lyberis, chirurgo toracico dell’équipe che ha eseguito l’intervento.

Una biopsia polmonare per via toracoscopica condotta con il paziente sveglio e cosciente: è stata eseguita in Fornaca nello scorso mese di dicembre dal dottor Paraskevas Lyberis, chirurgo toracico della Clinica Fornaca e della Città della salute e della scienza di Torino, in équipe con il professor Enrico Ruffini e il dottor Francesco Guerrera e con il supporto anestesiologico del dottor Giulio Rosboch. «Ci siamo ancora una volta avvalsi della cosiddetta “awake VATS” – spiega il dottor Lyberis -: la condizione di veglia ci ha permesso di conservare le risposte respiratorie, verbali e motorie della persona operata, mentre la Chirurgia toracica video-assistita (VATS) ci ha messo in condizione di muoverci nel migliore dei modi con un approccio minimamente invasivo».

«Questa metodica è utilizzabile solo in centri di alta specializzazione come la Clinica Fornaca – prosegue il dottor Lyberis – ed è riservata a casi selezionati dopo un’attenta valutazione pre-operatoria che coinvolge pneumologo, chirurgo toracico, anestesista e radiologo». Il paziente operato in Fornaca è un uomo di 62 anni, con un dubbio di diagnosi tra fibrosi polmonare o interstiziopatia, dimesso 48 ore dopo l’intervento e sottoposto alla terapia farmacologica che un accesso chirurgico tanto ridotto ha reso immediatamente possibile. «Abbiamo praticato una sola incisione di circa tre centimetri – specifica il dottor Lyberis – e, dopo aver applicato un protettore di parete, ci siamo serviti di quella piccola apertura per asportare tre sezioni atipiche del parenchima del polmone». Una modalità che ha permesso all’anatomo-patologo di esaminare tessuti selezionati con cura e in grado di fornire indicazioni precise per la diagnosi.

L’intervento eseguito in Fornaca non ha visto applicare al paziente nessun tubo orotracheale, ausilio spesso utilizzato in sala operatoria: «La nostra équipe è l’unica a Torino e in Italia a realizzare questo tipo di intervento senza che il paziente venga sottoposto ad alcuno strumento di intubazione e senza che residui anestesiologici gli passino per le vie aeree – sottolinea il dottor Lyberis -. L’anestesista esegue la peridurale nella zona in cui il chirurgo effettua l’incisione, dopodiché il paziente respira spontaneamente e collabora attivamente con l’équipe nell’evolversi dell’intervento». Il dottor Lyberis sottolinea l’importanza del ruolo dell’anestesista: «L’apporto del dottor Rosboch risulta fondamentale anche per la funzione di controllo di fronte a eventuali reazioni del paziente», spiega.

La VATS (acronimo di Video-assisted thoracic surgery) rappresenta senza alcun dubbio la maggiore innovazione degli ultimi vent’anni in campo chirurgico toracico: «L’evoluzione della tecnica – conferma il dottor Lyberis – ha portato risultati equivalenti a quelli della chirurgia toracica tradizionale e, successivamente, s’è concentrata sulla riduzione del numero e su un migliore posizionamento degli strumenti chirurgici nonché sul tipo di regime anestesiologico associato alle procedure chirurgiche». Uno sforzo notevole è stato compiuto proprio per consentire interventi chirurgici diagnostici o terapeutici in pazienti ad alto rischio o non in grado di tollerare un’anestesia generale.«È noto – prosegue il dottor Lyberis – che alcune patologie bisognose di un accertamento bioptico sono gravate da un elevato rischio anestesiologico. In particolare, le biopsie polmonari per via toracoscopica, condotte in narcosi e intubazione selettiva per le fibrosi polmonari e le interstiziopatie polmonari, sono gravate da un’importante morbilità e da un non trascurabile tasso di mortalità».

Tutte considerazioni cha hanno spinto l’équipe di Chirurgia toracica a utilizzare nella sala operatoria della Clinica Fornaca l’”awake VATS”: «In questo modo – conclude il dottor Paraskevas Lyberis – abbiamo dato forma ad alcuni, indiscussi, vantaggi per il paziente: annullare il trauma associato all’intubazione orotracheale o ai bloccatori bronchiali, non utilizzare farmaci anestetici e narcotici intravenosi che riducono la risposta ventilatoria alla ipossia e alla ipercapnia, non utilizzare farmaci bloccanti neuromuscolari e miorilassanti che risultano associati a debolezza muscolare e a un più frequente ricorso alla terapia intensiva post operatoria, ridurre la risposta infiammatoria, favorire una precoce mobilizzazione e una precoce rimozione del drenaggio pleurico con conseguente minor tasso di complicanze e un tempo di degenza post operatorio più breve».