
Venerdì 27 giugno alle ore 21 incontro presso l’Accademia di Medicina di Torino dal titolo “Carenza nutrizionale nelle adolescenti: rischi per ossa, apparato cardiovascolare e cervello”.
Introdurrà l’incontro la dottoressa Patrizia Presbitero, Senior Consultant Radiologia interventistica Humanitas Research Hospital e direttrice della Cardiologia di Humanitas Cellini e socio dell’Accademia di Medicina, interverranno poi il professor Carlo Campagnoli, Past President dell’Associazione Prevenzione Anoressia Torino (Pr.A.To.) e specialista di Ginecologia endocrinologica della Clinica Fornaca, e il professor Giovanni Abbate Daga, Professore Associato di Psichiatria presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.
La carenza nutrizionale è un problema in crescita e riguarda molte adolescenti che tra gli 11 e i 15 anni con comportamenti volti alla diminuzione del peso attraverso restrizione alimentare e/o eccessiva attività fisica.
L’associazione fra stress e sottonutrizione può determinare una sospensione della funzione delle ovaie, con conseguente Amenorrea Ipotalamica: una delle amenoree più diffuse tra gli adolescenti (più del 50% delle totali) e che riguarda almeno 1 ragazza su 10. Da un punto di vista clinico si distinguono in amenorrea psicogena, da relativo eccesso di attività fisica, e da anoressia, situazione caratterizzata da un’estrema carenza nutrizionale e tensione nervosa, nella quale le conseguenze negative per la salute sono molto significative. Tra queste le più rilevanti sono a livello osseo in quanto il deficit energetico, oltre a bloccare la funzione ovarica, inibisce la produzione del fattore di crescita insulino-simile, ossia il più importante stimolo alla formazione ossea. Ne deriva dunque una perdita che non solo può determinare osteopenia permanente (premessa per l’osteoporosi postmenopausale), ma anche osteoporosi con rischio di fratture già in giovane età.
Da non sottovalutare sono anche i problemi cardiovascolari, caratterizzati da alterazioni del ritmo cardiaco e disfunzione endoteliale. Infine, una privazione di cibo qualitativa e quantitativa conduce a una significativa sofferenza cerebrale con riduzione volumetrica delle aree cerebrali, stravolgimento del sistema neurormonale, attivazione dei circuiti dell’ansia e manifestazione di sintomi psichici (come insicurezza, depressione, ossessioni e compulsioni, perfezionismo), che talvolta permangono anche dopo la guarigione.
Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’aula magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 sia in diretta web al link riportato sul sito www.accademiadimedicina.unito.it.