Come si possono evitare le infezioni del sito chirurgico?


È questo il tema dell’incontro promosso dal Comitato scientifico della Clinica Fornaca mercoledì 25 marzo al Circolo della Stampa di Torino. «Studi recenti dimostrano che in ospedale risultano tra le più frequenti», anticipa la dottoressa Renata Ranieri, direttore sanitario della Clinica. Si chiama “SSI, Surgical site infection: una complicanza evitabile?” ed è il titolo dell’incontro […]

È questo il tema dell’incontro promosso dal Comitato scientifico della Clinica Fornaca mercoledì 25 marzo al Circolo della Stampa di Torino. «Studi recenti dimostrano che in ospedale risultano tra le più frequenti», anticipa la dottoressa Renata Ranieri, direttore sanitario della Clinica.

Si chiama “SSI, Surgical site infection: una complicanza evitabile?” ed è il titolo dell’incontro organizzato dal Comitato scientifico della Clinica Fornaca in programma mercoledì 25 marzo, alle ore 18,30, nella Sala Toniolo del Circolo della Stampa, in corso Stati Uniti 27 a Torino. «Studi recenti – ricorda la dottoressa Renata Ranieri, direttore sanitario della Clinica Fornaca e componente del Comitato scientifico – ci dicono che in ospedale le infezioni del sito chirurgico sono tra le più frequenti, superate solo da quelle respiratorie e urinarie. Cliniche come Fornaca e Cellini, dove gli interventi chirurgici rappresentano nell’ordine l’89,7 e l’87,7 per cento del totale delle attività di ricovero, hanno pertanto l’obbligo di seguire con il massimo dell’attenzione un tema tanto importante e delicato».

La dottoressa Ranieri sarà tra i relatori dell’appuntamento che il 25 marzo conterà sulla presenza del professor Paolo Gallinaro, ortopedico e past president del Comitato scientifico della Fornaca e su quella del professor Giovanni Di Perri, direttore della Scuola di specializzazione dell’Università degli Studi di Torino e del Dipartimento di Malattie infettive dell’Asl TO2. «I numeri in nostro possesso testimoniano l’attenzione che le Cliniche Fornaca e Cellini riservano all’argomento – aggiunge la dottoressa Ranieri, direttore sanitario di ambedue le strutture -: da noi nel 2014 le infezioni complessive rilevate sono rispettivamente state pari allo 0,15 e allo 0,21 per cento, oltre la metà di esse sono riferibili al sito chirurgico. Dati molto confortanti che non ci fanno però abbassare la guardia, anzi: la qualità complessiva delle prestazioni che noi forniamo tiene conto anche di questi fondamentali elementi. Ed è davvero importante che il Comitato scientifico della Fornaca si sia incaricato di favorire un’occasione di confronto e aggiornamento sul tema».

Uno studio europeo sulle infezioni contratte in ospedale, pubblicato nel 2013 dall’Agenzia sanitaria dell’Emlia-Romagna, dimostra che i pazienti che ne hanno riportata almeno una ammontano al 6,3 per cento del totale (numeri molto superiori a quelli di Fornaca e Cellini). Un totale che oscilla dal 3,2 per cento dei piccoli al 6,8 per cento dei grandi ospedali e che concentra nella terapia intensiva (14,8 per cento) il picco maggiore di infezioni. «L’occasione del 25 marzo sarà utile per analizzare i nostri dati – conclude la dottoressa Ranieri –, nonché per ricordare una serie di regole che possono servire a ridurre sempre più la possibilità che si verifichino nel sito chirurgico».