I diverticoli si infiammano? Arriva la temuta diverticolite


«Quello dei diverticoli è un problema che riguarda il 50 per cento delle persone di oltre 50 anni», spiega il dottor Matteo Goss, chirurgo endoscopista della Clinica Fornaca. «Una corretta igiene di vita ci può aiutare a tenerlo sotto controllo». «I diverticoli hanno la forma di piccoli sacchetti appesi all’intestino con l’orifizio rivolto in direzione […]

«Quello dei diverticoli è un problema che riguarda il 50 per cento delle persone di oltre 50 anni», spiega il dottor Matteo Goss, chirurgo endoscopista della Clinica Fornaca. «Una corretta igiene di vita ci può aiutare a tenerlo sotto controllo».

«I diverticoli hanno la forma di piccoli sacchetti appesi all’intestino con l’orifizio rivolto in direzione del lume intestinale. In genere si localizzano nel colon di sinistra ma talvolta possono anche farsi trovare nell’intero colon o in quello di destra». Il dottor Matteo Goss, chirurgo endoscopista della Clinica Fornaca, presenta così un problema comune a circa il 50 per cento della popolazione che ha superato i 50 anni di età: «I diverticoli sono molto frequenti nei paesi industrializzati, dove la dieta è tendenzialmente povera di fibre, condizione che ne favorisce la formazione».

Quando i diverticoli non danno sintomi si parla di diverticolosi: «Non c’è necessità di cura né bisogno di assumere alcun farmaco – precisa il dottor Goss -. È comunque bene fare attenzione alla dieta, evitando alcolici e cibo piccante». Quando invece i diverticoli si infiammano possono dare vita alla temuta diverticolite: «In questo caso, la prima cosa da fare è quella di mettere a riposo l’intestino con una dieta povera di fibre che preveda cibi molto semplici: prosciutto, formaggi magri, poco riso e poca pasta». L’assunzione di antibiotici («Ad ampio spettro o più mirati, dipende dall’attacco diverticolare in corso», specifica il dottor Goss) riporterà la diverticolite in una fase di quiescenza e solo a quel punto si potranno reintrodurre le fibre nella dieta del paziente.

«In alcuni casi la terapia antibiotica andrà ripetuta tutti i mesi per una settimana allo scopo di allontanare un secondo o un terzo attacco diverticolare – aggiunge il dottor Goss -. La gestione del problema è medica ma diventa chirurgica quando gli attacchi di diverticolite si ripetono con troppa frequenza. In tal caso l’intervento viene eseguito in laparoscopia con una sutura che riattacca i due pezzi di intestino».

Recuperare dall’attacco di diverticolite deve comunque spingere il paziente ad adottare una corretta igiene di vita: «Un minimo di attività fisica che per le persone anziane può anche voler dire la spesa a piedi tutti i giorni – prosegue il dottor Goss – ma anche stop al fumo e al sovrappeso». E a tavola? «No a cibi piccanti, spezie, superalcolici, cioccolato, insaccati, bevande gasate, succhi di frutta, fibre dure come carciofi, finocchi e fagiolini. La frutta coi semi è indicata solo per chi va regolarmente di corpo, per tutti è infine fortemente raccomandato bere almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno». Non va dimenticato che la malattia diverticolare ha un forte collegamento con la stipsi: le persone stitiche tendono ad averla con frequenza molto maggiore di chi invece va regolarmente di corpo.

Quali sono le complicazioni legate alla diverticolite?

«Il sanguinamento o la perforazione – risponde il dottor Goss -. Nel primo caso, dopo essere andato in Pronto soccorso per fermare il sanguinamento, il paziente può essere affidato al radiologo interventista o al chirurgo. In caso di perforazione, invece, l’urgenza chirurgica viene prima gestita con antibiotici e osservazione nonché con un eventuale intervento se non si riesce a raffreddare la situazione». Il dottor Matteo Goss invita infine alla prudenza quando si effettua una colonscopia in un paziente coi diverticoli: «Uno studio del New England Journal ha evidenziato che il 90 per cento dei pazienti anziani riporta delle micro perforazioni intestinali durante la colonscopia, nel loro caso è perciò meglio ricorrere alla colonscopia virtuale».