Bambini, l’ecografia pediatrica nella prevenzione


Tra gli esami più frequenti e più accurati, l’ecografia permette di studiare con precisione e senza invasività il bambino. Ecco le più comuni.

L’ecografia è tra le metodiche più accurate e di semplice esecuzione in ambito pediatrico: “Si tratta di un esame di spiccata utilità, in quanto non invasivo e non prevede narcosi o sedazioni, radiazioni ionizzanti o preparazione specifiche (come avviene invece nell’adulto)” – spiega il dottor Gianpaolo Di Rosa, responsabile di Radiologia Pediatrica presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e specialista della Clinica Fornaca. “Inoltre, non richiede immobilizzazione della bambina o del bambino, con scarso traumatismo sia per i bimbi che per i genitori”.

Quando si ricorre all’ecografia in età pediatrica?

È un esame a cui si ricorre con frequenza in età pediatrica in quanto rappresenta una conferma di un dubbio diagnostico del Pediatra, oltre a rappresentare un primo approccio per eventuali approfondimenti più invasivi.

Tra le tipologie di ecografie svolte in età pediatrica, le più frequenti sono tre: l’ecografia dell’addome, l’ecografia midollare e l’ecografia delle anche.

L’ecografia dell’addome

“L’ecografia dell’addome (in particolare quella reno-vescicale) è svolta in ambito sia neonatale che pediatrico e consente di valutare disturbi a carico dell’apparato urinario come la dilatazione delle vie urinarie (già individuata in gravidanza), o la stenosi ipertrofica del piloro, che si presenta con vomito nel lattante. Tipicamente si ricorre all’ecografia dopo il secondo o terzo caso di infezione delle vie urinarie”.

L’ecografia midollare

Un’altra ecografia molto importante è l’ecografia midollare: “Nel neonato fino ai quattro mesi, consente di valutare il midollo spinale in caso di sospetto di anomalie quali la spina bifida, in presenza di fossette o alterazioni nel tratto distale individuate dal pediatra durante la visita periodica. La spina bifida si presenta con difficoltà di deambulazione e incontinenza, elementi difficili da riconoscere nel neonato. Per questo il controllo pediatrico e l’eventuale indirizzo all’ecografia sono fondamentali”.

L’ecografia delle anche

La più frequente è la sempre conosciuta ecografia delle anche, da eseguire entro i due mesi di vita del bimbo, sia maschio sia femmina, per il riconoscimento precoce di anomalie delle articolazioni coxofemorali come la displasia evolutiva dell’anca. “Questa metodica – spiega il dott. Di Rosa –, oggi è sempre più circoscritta a specifiche categorie (in particolare in caso di familiarità o di manovra di Ortolani positiva), in realtà dovrebbe essere uno step routinario nei controlli del neonato, in quanto la diagnosi precoce di displasia permette di correggere in tempo il problema ed evitare livelli di gravità importanti nel tempo”.

Le ecografie cerebrali e al collo

Altre ecografie tipiche dell’età pediatrica sono quella cerebrale e del collo: “L’ecografia cerebrale è importante nella valutazione delle macro o microcranie – continua il dott. Di Rosa –, dove con una metodica semplice possiamo esplorare in modo completo il parenchima cerebrale e la parte ventricolare e individuare eventuali lesioni di natura malformativa. L’ecografia del collo, invece, è utile nell’analisi del muscolo sternocleidomastoideo e nell’individuazione di formazioni di natura cistica o linfodonali”.

Chi esegue l’ecografia pediatrica?

La qualità dell’esame è dettata soprattutto dal livello di competenza del professionista, con specializzazione in ecografia pediatrica: “Non esiste l’ecografo pediatrico – conclude il dott. Di Rosa –. Esiste l’ecografista che sa gestire e tarare la macchina in funzione del bambino. Le tecnologie aiutano per la qualità dell’immagine, soprattutto in relazione alla disponibilità di sonde ecografiche in relazione al peso del bimbo che si va a studiare”.