Effetto selfie: rifarsi il naso diventa sempre più frequente


In rete tante immagini del nostro viso: chi non ama il suo naso preferisce correggerlo. «L’intervento è risolutivo ma delicato, è come costruire una nave in bottiglia – spiega il dottor Fabrizio Malan, chirurgo plastico della Clinica Fornaca -. Si può fare anche in età giovanile ed è richiesto da un numero di uomini sempre […]

In rete tante immagini del nostro viso: chi non ama il suo naso preferisce correggerlo. «L’intervento è risolutivo ma delicato, è come costruire una nave in bottiglia – spiega il dottor Fabrizio Malan, chirurgo plastico della Clinica Fornaca -. Si può fare anche in età giovanile ed è richiesto da un numero di uomini sempre crescente».

 

«Il naso riveste un importante aspetto sociale nella vita di ciascuno di noi. Chi ha un naso che non gli piace, si sente spesso penalizzato nei rapporti con gli altri e tende ad assumere comportamenti mirati a contenere gli effetti del suo problema. Ma non è affatto semplice, perché il naso si trova proprio al centro del viso ed è impossibile da nascondere. Ecco perché la rinoplastica, intervento che permette di correggere completamente la forma del naso, è al secondo posto assoluto tra quelli più richiesti nel campo della Chirurgia plastica». Il dottor Fabrizio Malan, specialista della Clinica Fornaca e primario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’ospedale CTO di Torino, introduce così un argomento molto popolare che affonda le proprie radici nella storia («Tracce di chirurgia ricostruttiva del naso si trovano già nel IX secolo in India, dove agli adulteri e a certi ladri veniva amputato il naso proprio per marchiarli socialmente», rivela) e che nel corso dei secoli ha raggiunto altissimi livelli di tecnica chirurgica e di efficacia.

Dottor Malan, perché così tante persone ricorrono alla rinoplastica?

«Essenzialmente perché si tratta di un intervento che cambia in modo significativo il loro approccio sociale. Dopo aver donato al loro naso una conformazione più confacente alle loro aspettative, si sentono più adeguate e a loro agio. Talvolta si trattava di difetti oggettivamente modesti che però venivano percepiti dal soggetto in modo diverso, al punto da indurlo a rifarsi il naso».

C’è un’età giusta per sottoporsi all’intervento rinoplastica?

«No, è un intervento che si può fare anche in età giovanile, ovviamente dopo il completamento dello sviluppo e dell’ossificazione delle ossa nasali, perché la malformazione, o presunta tale, viene comunque corretta una volta per tutte in modo stabile e definitivo. Terminato il periodo dell’adolescenza, il naso prende la sua forma abbastanza stabile con dimensioni o forme che per alcune persone diventano vero motivo di sofferenza. Per tutte loro non ha senso aspettare: l’intervento è risolutivo e dura per sempre, la nuova forma si mantiene senza pericolo di caduta nel corso del tempo».

Davvero la cosiddetta “società dell’immagine” ha fatto crescere il numero di giovani che si rifanno il naso?

«Sicuramente. L’esempio più lampante è quello dei selfie. Gli obiettivi della maggior parte degli smartphone sono dei grandangoli che ingigantiscono il primo piano rispetto allo sfondo, con il risultato che il selfie di chi ha un naso importante fa sembrare quel naso ancora più importante e fa aumentare ancor di più la voglia di correggere questo difetto. È vero che i modelli più recenti di smartphone hanno mitigato un po’ questo effetto, tuttavia il problema persiste. In fondo, fino a quindici anni fa ci si confrontava solo con lo specchio, ora le immagini vengono sparate nell’etere in continuazione mandando in giro per il mondo centinaia di nasi più o meno deformi. Pensate a Instagram o Facebook: facce su facce su facce. E ogni faccia ha al centro un naso».

Chi richiede questo tipo di intervento?

«La maggioranza è ancora femminile tuttavia c’è una percentuale molto significativa di uomini che vi fa ricorso. È curioso che mentre le donne affermano tranquillamente di non gradire il proprio naso e di volerlo cambiare, gli uomini accampano quasi sempre qualche scusa e spesso attribuiscono alla moglie o persino ai figli la volontà di vedere rifatto il proprio naso».

Come si esegue l’intervento di rinoplastica?

«Altri interventi di Chirurgia plastica agiscono perlopiù su tessuti molli: lifting, mastoplastica o blefaroplastica tirano cioè tessuti che si muoveranno nel tempo. Nel naso s’interviene invece solo sulle strutture di sostegno e non si fa nulla sulla pelle, sia che si adotti la tecnica aperta scappucciando il naso sia che si scelga quella chiusa passando attraverso le narici. In ogni caso, l’intervento agisce solo su ossa e cartilagini che rappresentano le impalcature del naso, mentre alla nuova conformazione la pelle si adatta in tempi rapidi. Mi è capitato di ridurre un naso di quasi il 50 per cento e la pelle s’è tranquillamente sistemata in due settimane perché molto elastica e in grado di recuperare con facilità».

Si tratta di un intervento semplice? Quanto dura?

«È un intervento delicato che abbina a quella chirurgica un’importante componente di guarigione, legata principalmente alla formazione del callo osseo e al riassorbimento completo dell’edema. Al chirurgo spetta perciò anche il compito di seguire il post operatorio affinché tutto funzioni come si deve e senza ritardi di guarigione. L’intervento non è particolarmente lungo ma dipende molto dal tipo di correzione necessaria e dalla consuetudine del chirurgo a eseguire certi interventi. È un po’ come costruire una nave in bottiglia: per riuscirci passiamo attraverso le narici, vediamo poco e dobbiamo perciò avere ben presente l’anatomia per operare al meglio. Dura circa un’ora, nei casi più complessi anche un’ora e mezza».

Non solo estetica, la rinoplastica può anche essere ricostruttiva. In quali casi?

«In tutti i casi che registrano una frattura delle ossa nasali, spesso causata da traumi sportivi o accidentali. Le fratture si riducono con un intervento semplice e rapido che è opportuno eseguire nei primi cinque o sei giorni successivi al trauma, dopodiché le ossa cominciano a saldarsi. Altro discorso è quello relativo alla ricostruzione vera e propria, soprattutto della piramide nasale, talvolta necessaria per tumori importanti».

Che cos’è il rinofima?

«È il cosiddetto “naso da ubriacone” che in realtà è una patologia dermatologica chiamata acne rosacea che fa ispessire in modo esagerato la cute del naso fino a provocare una vera e propria deformità importante, talvolta addirittura con dei bitorzoli. L’aspetto sociale la rende ancora più pesante, ma è una patologia molto invasiva e penalizzante che richiede un trattamento chirurgico piuttosto impegnativo comprensivo della decorticazione, vale a dire portare via tutta la pelle del naso per sostituirla utilizzando tecniche diverse».

Ma è vero che il naso continua a crescere per tutta la vita?

«In proposito esiste lo studio effettuato da un chirurgo francese su un gruppo di ergastolani, soggetti che si potevano seguire per molto tempo attraverso le foto. La conclusione finale dice che il naso non cresce, diventa più evidente solo perché si riducono invece i tessuti che gli stanno attorno. È una conclusione accettabile, ma è anche vero che con l’andare del tempo si ispessisce oggettivamente la pelle del naso, in particolare negli uomini: due millimetri in più su un naso lungo due centimetri e mezzo sono tanti e molto evidenti».