Estate, usare le creme solari in modo corretto quando si espone la pelle al sole


«Proteggersi nel modo giusto e non avere fretta sono le regole chiave per abbronzarsi», argomenta la dottoressa Virginia Caliendo, specialista in Dermatologia della Clinica Fornaca. «No alle creme solari dell’anno prima, fate molta attenzione ad abbigliamento e integratori alimentari».

«Proteggersi nel modo giusto e non avere fretta sono le regole chiave per abbronzarsi», argomenta la dottoressa Virginia Caliendo, specialista in Dermatologia della Clinica Fornaca. «No alle creme solari dell’anno prima, fate molta attenzione ad abbigliamento e integratori alimentari».

«Sono due le regole chiave da seguire per evitare i rischi di un’eccessiva esposizione solare. La prima è quella di non avere fretta: l’organismo deve avere il tempo per produrre la melanina. La seconda riguarda la protezione: scegliere una crema solare adeguata evitando di esporsi al sole in certe ore della giornata». Parola della dottoressa Virginia Caliendo, responsabile della Divisione di Oncologia chirurgica dermatologica dell’ospedale San Lazzaro di Torino e specialista in Dermatologia dello Skin Center del Centro Diagnostico Fornaca.

Secondo la dottoressa Caliendo ci sono sei buone norme da osservare con attenzione quando decidiamo di esporci al sole:

  1. Evitare le esposizioni eccessive ai raggi solari e le scottature da sole.
  2. I bambini fino al sesto mese d’età non devono essere esposti al sole e comunque l’esposizione va limitata se il bambino è di fototipo 1 e 2 (con difficoltà ad abbronzarsi o con facilità a scottarsi). Per i bambini è necessario avere un’attenzione speciale poiché sembra che siano, in particolare, le ustioni avute da bambino a poter favorire lo sviluppo del melanoma anche in età adulta.
  3. Evitare le ore più calde della giornata, tra le 11 e le 16, quando è massimo l’irraggiamento e l’intensità dei raggi UVB (più pericolosi, perché penetrano più in profondità e sono responsabili delle ustioni). In questi orari è preferibile indossare magliette, cappellini e occhiali da sole o ripararsi all’ombra.
  4. Esporsi al sole gradualmente, soprattutto se si ha la pelle chiara, utilizzando all’inizio una crema ad alta protezione (tra i 30 e i 50) che blocchi i raggi UVB e UVA.
  5. Applicare sempre sulla pelle filtri solari resistenti all’acqua, con idoneo fattore di protezione in base al fototipo individuale, avendo l’accortezza di applicarli su tutta la pelle in modo omogeneo (porre particolare attenzione al naso, agli zigomi, alle labbra, alle orecchie e al contorno degli occhi).
  6. Spalmare la crema sempre almeno quindici minuti prima di esporsi al sole e rinnovare la crema solare ogni due ore, avendo l’accortezza di applicare almeno due grammi di prodotto per ogni centimetro quadrato di cute. La crema va spalmata nuovamente dopo ogni bagno (anche se resistente all’acqua).

Ma guai a immaginare il sole unicamente come una fonte di rischio: «Il sole può anche avere effetti benefici che non richiedono un’esposizione prolungata, ma per i quali sono sufficienti pochi minuti al giorno – conferma la dottoressa Caliendo – Tra le azioni benefiche del sole figurano la produzione di vitamina D con azione cosiddetta antirachitica e l’azione favorevole in patologie cutanee come psoriasi e dermatite atopica».

Tra le creme solari non esistono più quelle a protezione totale: c’è un motivo preciso. «La dicitura “schermo totale” è stata eliminata per legge dal 2008 perché generava l’errata convinzione che, una volta applicata, ci si potesse esporre al sole senza limiti. In questo modo la crema diventava più pericolosa che utile – risponde la dottoressa Caliendo -. Dal 2008 le norme europee hanno anche uniformato le varie scale di fattori protettivi, indicando come il più elevato quello 50+. Le norme stabiliscono inoltre che le creme con fattore di protezione inferiore a 6 non possono essere considerate vere e proprie creme solari, ma semplici creme idratanti». Altra domanda ricorrente: si possono usare le creme dell’anno prima? «A partire dal 2005, le disposizioni dell’Unione europea hanno aggiunto un nuovo requisito per le etichette dei prodotti cosmetici denominato “periodo post-apertura” o PAO (Period after opening) – precisa la dottoressa Caliendo -. Generalmente le creme solari durano dodici mesi dall’apertura se conservate in modo ottimale. Ma dal momento che le lasciamo aperte nella sabbia e sotto il sole, potrebbero anche durare meno. Non è quindi consigliabile utilizzare la crema solare dell’estate precedente».

Un’altra convinzione diffusa è che ci si abbronzi meno utilizzando una crema con un filtro protettivo alto. È così? «No – replica la dottoressa Caliendo -, ci si abbronza più lentamente e gradualmente, ottenendo un leggero colorito che dura più a lungo, limitando i danni cutanei legati all’esposizione solare». Quali sono i vestiti migliori per proteggersi dal sole? «Per proteggersi dal sole con gli abiti è necessario che questi siano di tessuto pesante e di colore scuro. Sono inutili, soprattutto quando si vuole stare all’aperto per molte ore, i caftani o parei di cotone leggero e comunque tutti i tessuti che lasciano filtrare la luce». Si può stare al sole senza protezione quando la pelle è già abbronzata? «No, perché l’abbronzatura è un meccanismo di auto-difesa, ma il suo potere di protezione è più basso di quello dei filtri solari contenuti nelle creme». E gli integratori alimentari possono sostituire un prodotto di protezione solare? «No – conclude la dottoressa Virginia Caliendo –, non sostituiscono in alcun caso la protezione solare cutanea, ma possono rinforzare i meccanismi di difesa cellulare dal sole».