Glaucoma, quella malattia subdola che ruba silenziosamente la vista


Il glaucoma colpisce il nervo ottico e, se non intercettato per tempo, può condurre alla cecità. Il dottor Luigi Emanuelli, oculista della Clinica Fornaca, raccomanda la diagnosi precoce: «Immagini del nervo ottico e controllo della pressione oculare risultano fondamentali». Il paziente può affidarsi a farmaci, Laser e tecniche chirurgiche classiche o mininvasive. «Il glaucoma è […]

Il glaucoma colpisce il nervo ottico e, se non intercettato per tempo, può condurre alla cecità. Il dottor Luigi Emanuelli, oculista della Clinica Fornaca, raccomanda la diagnosi precoce: «Immagini del nervo ottico e controllo della pressione oculare risultano fondamentali». Il paziente può affidarsi a farmaci, Laser e tecniche chirurgiche classiche o mininvasive.

«Il glaucoma è una patologia che colpisce il nervo ottico, vale il dire il cavo che attraverso impulsi elettrici mette in comunicazione occhio e cervello: il primo funge da telecamera, il secondo esegue la regia che ci permette di vedere l’immagine. Nei pazienti affetti da glaucoma, le cellule del nervo ottico muoiono più in fretta del dovuto producendo danni importanti che, se non intercettati per tempo, possono condurre anche alla cecità».

il dottor Luigi Emanuelli, oculista della Clinica Fornaca, spiega che il glaucoma si associa spesso a fattori di rischio come un’elevata pressione oculare, un’importante familiarità con la malattia o problemi vascolari come ipertensione o dislipidemia. «Ma rischia anche chi pratica sport legati all’immersione subacquea o chi, per motivi di lavoro, deve soffiare a lungo e con intensità: si pensi a chi suona uno strumento a fiato o ai soffiatori del vetro di Murano», aggiunge. E poi smonta un luogo comune che accompagna questa patologia: «Molti pensano che il glaucoma sia causato dall’elevata pressione oculare – spiega -, ma quest’ultima è solo il principale fattore di rischio nonché l’unico a poter essere controllato. Capita invece di frequente che si ammali di glaucoma anche chi non ha una pressione oculare così alta».

Come si diagnostica il glaucoma? «In Italia siamo abituati a dare molto peso alla pressione oculare e scarsa considerazione alle immagini – risponde il dottor Emanuelli -. Eppure, le moderne tecniche di neuroimaging ci permettono di vedere nel dettaglio le caratteristiche del nervo ottico e le zone nelle quali si verificano i danni precoci. Questi ultimi si registrano proprio nella parte superiore e in quella inferiore del nervo ottico: vedere, analizzare e confrontare in modo adeguato i primi segni può significare dieci anni di vista per il paziente». Ecco perché la diagnosi precoce è importante: «Foto del nervo ottico e controllo della pressione oculare risultano necessari, soprattutto per chi è esposto a uno o più fattori di rischio o ha superato i 40 anni».

«Il glaucoma si comporta in modo spietato perché non dà sintomi né segni di alcun tipo – prosegue il dottor Emanuelli -. Quando questi ultimi si manifestano, il paziente ha già il campo visivo completamente distrutto, alla stregua di un vecchio mosaico che perde le tessere: i danni precoci sono stati compensati dall’altro occhio e quando se ne accorge è troppo tardi ed è diventato quasi cieco». Sono oltre cento i tipi di glaucoma esistenti, il più subdolo e diffuso è quello ad angolo aperto, che non registra un’elevata pressione oculare. «Il primo approccio è quello della terapia farmacologica – precisa il dottor Emanuelli -: gocce che il paziente deve assumere a vita per abbassare la pressione e bloccare la progressione della malattia». Una modalità diffusa quanto legata alla collaborazione del paziente («Che talvolta, per dimenticanza o altro, ricorre alle gocce con discontinuità causando problemi legati allo sbalzo di pressione», sottolinea) nonché ricca di effetti collaterali: «Occhio secco, forme allergiche, crescita anomale delle ciglia, cambiamento nel pigmento dell’iride – elenca il dottor Emanuelli -. Ma anche bradicardia, asma ed edema maculare nei soggetti predisposti, impotenza per l’uomo e depressione per la donna. Problemi che a lungo termine si registrano nel 25-30 per cento dei casi».

L’alternativa o il sostegno alla terapia farmacologica può essere rappresentata dal trattamento Laser o da una delle tecniche chirurgiche mininvasive che rendono costante la pressione oculare senza distruggere il tessuto, già provato da anni di colliri, né creare problemi di cicatrizzazione. «In Fornaca – puntualizza il dottor Emanuelli – utilizziamo tecniche come XEN o CyPass che, ricorrendo a stent simili a quelli utilizzati in Cardiochirurgia, permettono interventi minimali della durata di 5-10 minuti con eccellenti risultati». Alla tecnica chirurgica classica si ricorre invece quando la pressione oculare è particolarmente alta ed è necessario creare un tramite tra interno ed esterno dell’occhio affinché l’umor acqueo possa finalmente essere scaricato. «È sempre opportuno rivolgersi a oculisti di provata esperienza – osserva il dottor Emanuelli -, soprattutto quando si decide per un intervento di chirurgia mininvasiva: conoscere bene l’angolo del glaucoma è indispensabile per potersi muovere in modo rispettoso nei confronti dell’occhio».

La malattia glaucomatosa ha peraltro un’incidenza superiore a quella dell’insieme di tutte le più note patologie neurologiche e degenerative (Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla): «Intercettarla precocemente è fondamentale – conclude il dottor Luigi Emanuelli -. Individuare i gruppi a rischio e fotografare i loro nervi ottici è la risposta: se l’oculista conosce il metodo, impiega pochissimo a rendersi conto se si trova di fronte a un possibile malato di glaucoma che, se non assistito, andrà incontro a un drammatico abbattimento della propria qualità di vita».