La chirurgia che risolve i problemi della nostra faccia


Pratici ed estetici: li spiega il professor Guglielmo Ramieri, chirurgo della Fornaca e direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia maxillofacciale.   E’ una specialità chirurgica relativamente giovane che a Torino conta dal 1990 su un’apprezzata Scuola universitaria di specializzazione, diretta dal professor Guglielmo Ramieri, chirurgo maxillofacciale della Clinica Fornaca, direttore della Chirurgia maxillofacciale della […]

Pratici ed estetici: li spiega il professor Guglielmo Ramieri, chirurgo della Fornaca e direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia maxillofacciale.

 

E’ una specialità chirurgica relativamente giovane che a Torino conta dal 1990 su un’apprezzata Scuola universitaria di specializzazione, diretta dal professor Guglielmo Ramieri, chirurgo maxillofacciale della Clinica Fornaca, direttore della Chirurgia maxillofacciale della Città della salute e della scienza di Torino e del Master di secondo livello di “Chirurgia Ortognatica e delle malformazioni mascellari” dell’Università degli Studi di Torino.

«La chirurgia malformativa è quella che più identifica la chirurgia maxillofacciale – spiega il professor Ramieri -. Dalle grosse malformazioni alle forme anomale del viso che si traducono in inestetismi, il chirurgo maxillofacciale si occupa di risposizionare correttamente nello spazio i diversi segmenti che compongono la faccia: mascella, mandibola, zigomi, naso, mento e orbite. Il chirurgo opera per ridurli o ingrandirli, per cambiare loro posizione o per innestarli laddove ce n’è necessità». Si tratta di una chirurgia funzionale perché riporta gli elementi in una situazione più corretta ed è anche portatrice di una valenza estetica in quanto armonizza la fisionomia facciale: «Di norma – aggiunge il professor Ramieri – i pazienti sono giovani adulti ai quali la malformazione genera problemi pratici che possono riguardare masticazione, fonazione o respirazione e disagi nella vita di relazione, visto che talvolta gli inestetismi risultano spiacevoli fino a minare la propria autostima».

La chirurgia maxillofacciale è peraltro a bassissimo rischio e a basso impatto di morbilità: «Determina un ottimo recupero funzionale e si serve, in genere, di ricoveri non più lunghi di due o tre giorni», precisa il professor Ramieri. Che aggiunge: «La chirurgia malformativa maxillofacciale non comporta incisioni esterne: il 99 per cento degli interventi viene condotto attraverso le mucose di naso o bocca, i disagi risultano perciò accettabili per il paziente».

E’ invece più adulto il paziente medio che si avvale della chirurgia ricostruttiva destinata al tessuto osseo di sostegno dei mascellari: «Rendiamo possibile il posizionamento di impianti dentari – conferma il professor Ramieri – e anche in questo caso assolviamo una funzione pratica legata al recupero della masticazione e la associamo a quella estetica del sorriso ritrovato». Spiega ancora il professore: «Questa specialità chirurgica appartiene in toto al maxillofacciale e ha una forte connotazione tecnologica: una vera e propria navigazione chirurgica garantisce interventi molto più precisi e sicuri di un tempo, in grado di ridurre sensibilmente sanguinamenti, danni nervosi e complicanze che potevano anche risultare gravi». Software di programmazione tridimensionali, metodiche ingegneristiche e inserti customizzati per il singolo paziente sono alcuni dei tratti caratteristici di una disciplina che negli ultimi dieci anni ha registrato un’evoluzione formidabile: «La tecnologia ha consentito di affinare ciò che prima poteva risultare artigianale – conferma il professor Ramieri -. Questo è uno dei motivi che oggi rendono molto frequente il ricorso a impianti dentari: desideriamo una qualità di vita sempre più elevata e accettiamo sempre meno il disagio della malattia, compresa la perdita dei denti. Vent’anni fa il paziente rifiutava l’implantologia, oggi la richiede senza troppe esitazioni». E quando non ci sono le condizioni adatte tocca proprio al chirurgo maxillofacciale creare la situazione ideale affinché il dentista possa proseguire con l’impianto protesico.

Nella sua attività di direttore della Chirurgia maxillofacciale della Città della salute e della scienza, il professor Ramieri si confronta ogni giorno anche con la chirurgia oncologica e ricostruttiva cervico-facciale nonché con gli esiti dei traumi facciali. «Un terzo di tutti i traumi coinvolgono la faccia – assicura – perché è meno protetta di altre parti del nostro corpo». Tumori e traumi colpiscono più uomini che donne: «Abitudini di vita legate all’alcol o al fumo possono essere causa dei primi – osserva il professor Ramieri -, mentre i secondi si possono legare a incidenti stradali o sportivi, incidenti sul lavoro o colluttazioni, tutte situazioni che a oggi registrano una prevalenza maschile».