La Terapia mansionale integrata per la cura dei disturbi della sfera sessuale


«Si tratta di una terapia breve e strategica per le disfunzioni sessuali, orientata a uno scopo preciso: modificare comportamenti, emozioni o credenze disfunzionali sulla sessualità», spiega la dottoressa Emanuela Bertone, psicoterapeuta e sessuologa della Clinica Fornaca. Anche per curare l’ansia da prestazione sessuale è bene affidarsi a uno psicoterapeuta che sia anche sessuologo.

«Si tratta di una terapia breve e strategica per le disfunzioni sessuali, orientata a uno scopo preciso: modificare comportamenti, emozioni o credenze disfunzionali sulla sessualità», spiega la dottoressa Emanuela Bertone, psicoterapeuta e sessuologa della Clinica Fornaca. Anche per curare l’ansia da prestazione sessuale è bene affidarsi a uno psicoterapeuta che sia anche sessuologo.

«La Terapia mansionale integrata è il trattamento specifico per curare i disturbi della sfera sessuale non dipendenti da cause organiche», spiega la dottoressa Emanuela Bertone, psicoterapeuta e sessuologa della Clinica Fornaca. «Questa tecnica si sviluppa a partire da numerose esperienze cliniche di livello internazionale che hanno dimostrato come in molti casi sia possibile ottenere la risoluzione del problema sessuale in maniera soddisfacente in breve tempo – aggiunge la dottoressa Bertone -. Si tratta di una terapia breve e strategica per le disfunzioni sessuali, orientata a uno scopo preciso: modificare comportamenti, emozioni o credenze disfunzionali sulla sessualità».

La Terapia mansionale integrata può essere individuale o di coppia, all’interno della quale il terapeuta propone una serie di prescrizioni di comportamenti sessuali, assimilabili a veri e propri “homework”: «Attraverso questi “compiti a casa”, i pazienti possono comprendere e modificare resistenze o credenze che possono dare origine alle differenti disfunzioni del comportamento sessuale», specifica la dottoressa Bertone.

Questi esercizi si organizzano in diversi percorsi, caratterizzati da quattro tappe fondamentali: la conoscenza di sé; la conoscenza di sé tramite l’altro; la conoscenza del proprio piacere e delle proprie emozioni; la conoscenza del piacere di coppia e dell’intimità.

«L’ansia da prestazione in ambito sessuale coinvolge sia uomini che donne – continua la dottoressa Bertone – ed è caratterizzata dalla paura dei rapporti, dal timore di non piacere o di non essere amati, dal non essere all’altezza del proprio partner. Spesso questa sofferenza accompagna il soggetto non solo durante l’atto sessuale, ma già nelle ore precedenti. Parliamo quindi di ansia anticipatoria, quando cioè il soggetto inizia a pensare all’avvicinarsi di quella situazione di intimità sessuale, in termini astratti e negativi, che gli impedisce di vivere la propria sessualità come momento di piacere, ma al contrario come test sulle proprie capacità sessuali».

Qual è la conseguenza di questi atteggiamenti? «Impediscono di vivere con serenità l’esperienza sessuale – risponde la dottoressa Bertone – e portano come possibile conseguenza un calo del desiderio o una difficoltà nell’ottenere o mantenere l’erezione nell’uomo e nel raggiungere l’orgasmo nella donna». Le possibili conseguenze dell’ansia da prestazione sessuale sono la diminuzione o perdita del desiderio sessuale nonché la comparsa di veri e propri disturbi della sfera sessuale tra cui disfunzione erettile, eiaculazione precoce anorgasmia, dispareunia.

«A causa del significato attribuito al rapporto sessuale, i soggetti colpiti da uno stato d’ansia da prestazione cominciano a vivere la sessualità con crescente timore, senza naturalezza – argomenta la dottoressa Bertone -. Tanto che a lungo andare questo stato di tensione può compromettere non solo il rapporto di coppia, ma anche il modo in cui ognuno percepisce l’altro sesso. Tutto questo riduce la spontaneità dell’incontro intimo, trasformando la sessualità da qualcosa di piacevole a qualcosa di meccanico che crea la situazione in cui il soggetto diventa “spettatore” e giudice del proprio comportamento sessuale, distraendosi così dal coinvolgimento del rapporto».

Come trattare l’ansia da prestazione sessuale? «A volte, alcune esperienze del passato non ci permettono di interagire in modo nuovo con le persone, ma ci influenzano in modo negativo. L’ansia da prestazione deriva proprio da un modo di rapportarci a certe situazioni che abbiamo appreso in passato – conclude la dottoressa Emanuela Bertone -. Tutte queste difficoltà possono essere trattate con successo rivolgendosi a uno psicoterapeuta che sia anche sessuologo: sarà questa figura, attraverso un percorso terapeutico focale, ad aiutare ad affrontare le difficoltà che stanno alla base dell’ansia dei pazienti, favorendo non solo la risoluzione della disfunzione sessuale, ma anche il mantenimento del benessere psico-emozionale e sessuale raggiunto».