Laparoscopia e Chirurgia robotica per il tumore del rene


Tecniche mininvasive per asportare la massa tumorale: «Impatto e rischi ridotti, risultati oncologici sovrapponibili alla chirurgia tradizionale», spiega il professor Paolo Gontero.   Laparoscopia e chirurgia robotica in aiuto del rene colpito da tumore: rimuovere, attraverso tecniche chirurgiche mininvasive, la massa tumorale conservando parte della funzione renale. E’ quanto avviene alla Clinica Fornaca per mano […]

Tecniche mininvasive per asportare la massa tumorale: «Impatto e rischi ridotti, risultati oncologici sovrapponibili alla chirurgia tradizionale», spiega il professor Paolo Gontero.

 

Laparoscopia e chirurgia robotica in aiuto del rene colpito da tumore: rimuovere, attraverso tecniche chirurgiche mininvasive, la massa tumorale conservando parte della funzione renale. E’ quanto avviene alla Clinica Fornaca per mano del professor Paolo Gontero, vice direttore della Clinica urologica della Città della Salute e della Scienza di Torino.

«Oggi – spiega il professor Gontero – la maggior parte dei tumori renali viene scoperta in modo casuale, spesso grazie a un’ecografia. Rispetto a una volta si tratta di tumori a uno stadio iniziale, masse di volume non superiore ai quattro centimetri di diametro». Poter lavorare su tumori tanto piccoli ha pertanto favorito lo sviluppo della chirurgia conservativa del rene: «La nefrectomia parziale consiste nell’asportazione chirurgica della massa e consente al paziente affetto da un tumore scoperto in fase precoce di mantenere il proprio rene». Che, seppur incompleto, rappresenta una risorsa: «In passato si pensava che senza un rene si potesse ugualmente vivere benissimo – conferma il professor Gontero -, ma oggi si sa che è meglio avere comunque una ruota di scorta». Tanto più che la diagnosi di tumore al rene è frequente anche in soggetti anziani che hanno già un’insufficienza renale: «Togliere loro un rene significherebbe peggiorare la situazione di insufficienza renale che, elemento da non trascurare, rappresenta una delle cause di morte da evento cardiovascolare».

A sostenere la chirurgia conservativa del rene provvedono quindi tecniche mininvasive che si servono di piccoli accessi ed evitano grossi tagli: «Nei casi di piccola e media complessità utilizzo la laparoscopia – precisa il professor Gontero -. Ricorro alla tecnica robotica di fronte a un caso di alta complessità, quando ad esempio la massa da asportare è grossa e/o in posizione difficile». Interventi che richiedono in ogni caso notevole capacità tecnica ed esperienza: «Si tratta di tecniche sempre più consolidate che, personalmente, utilizzo dal 2007 e che sono valide anche per i carcinomi della prostata e della vescica».

La Clinica Fornaca mette a disposizione del professor Gontero e dei suoi pazienti tutta la tecnologia e il comfort necessari a eseguire tali interventi: «La laparoscopia beneficia sempre più dei sistemi di visione in alta definizione che magnificano la visione attraverso l’ingrandimento delle strutture anatomiche – aggiunge il professor Gontero -. Tutto ciò permette al chirurgo di essere più preciso e di ridurre i rischi di sanguinamento favorendo un ritorno più rapido del paziente alle attività di tutti i giorni». Senza contare che: «Da un punto di vista oncologico, i risultati ottenuti con la mininvasiva sono del tutto sovrapponibili a quelli della chirurgia tradizionale».

Laparoscopia e chirurgia robotica sono infine tecniche che si prestano alla perfezione anche per interventi molto particolari quali il prelievo da un donatore vivente di un rene destinato a un trapianto. «Viene eseguito in laparoscopia come tecnica standard – conclude il professor Gontero -. Chi dona un rene compie un atto di grande umanità e noi abbiamo l’obbligo di minimizzarne l’impatto traumatico».