L’importanza dell’anatomo-patologo in sala operatoria


L’esperienza e la tecnologia del servizio di Anatomia patologica della Clinica Fornaca possono offrire al chirurgo e al paziente una risposta precisa intraoperatoria nel giro di pochi minuti. Spiega il dottor Bruno Torchio: «Diagnosi rapida e sicura nel rispetto di chi si sta operando». Gli americani la definirebbero frozen section, una sorta di appendice della […]

L’esperienza e la tecnologia del servizio di Anatomia patologica della Clinica Fornaca possono offrire al chirurgo e al paziente una risposta precisa intraoperatoria nel giro di pochi minuti.
Spiega il dottor Bruno Torchio: «Diagnosi rapida e sicura nel rispetto di chi si sta operando».

Gli americani la definirebbero frozen section, una sorta di appendice della sala operatoria, deputata a congelare ed esaminare il reperto chirurgico per poi pronunciarsi in tempi brevissimi (meno di venti minuti) sulla sua natura. È il laboratorio di Anatomia patologica della Clinica Fornaca che, attraverso la pluridecennale esperienza del dottor Bruno Torchio, fornisce un ausilio indispensabile all’attività delle sale operatorie della Clinica. «C’è un collegamento personale e diretto con il chirurgo – conferma il dottor Torchio -, un tempo di risposta tanto rapido risulta di grande aiuto nella gestione dell’intervento operatorio in atto. Può capitare che durante l’operazione, con il paziente sotto anestesia, il chirurgo “trovi” qualcosa di inatteso: l’analisi svolta in tempi strettissimi dall’anatomo-patologo può svelare di cosa si tratta e indirizzare il prosieguo dell’intervento».

A consentire lo svolgimento di un simile esame intraoperatorio è il criostato, apparecchio che congela 20 gradi sotto lo zero i tessuti provenienti dalla sala operatoria destinati a essere analizzati nel più breve tempo possibile. Una volta tagliato e colorato, il reperto viene affidato al dottor Torchio che lo esamina prima di fornire la propria risposta al chirurgo. «Tutti i tessuti sono esaminabili, anche se i più frequenti sono quelli di mammella, rene e pancreas – spiega il dottor Torchio –, in caso di tumore ci tocca valutare se il tessuto circostante a quello asportato è sano o meno. Nel primo caso parleremo di “bordi puliti”, se invece il tumore è troppo vicino ai margini avremo dei “bordi coinvolti” e sarà necessaria una nuova asportazione di tessuti». Ancora in caso di tumore, all’anatomo-patologo tocca anche formulare la cosiddetta stadiazione della neoplasia che determinerà prognosi e terapia.

Ovviamente gli esami intraoperatori del servizio di anatomia patologica della Clinica Fornaca si accompagnano a quelli istologici e citologici. «Anche in questo caso è nostra cura garantire al paziente il proprio referto in tempi rapidi – prosegue il dottor Torchio -: entro il giorno successivo all’esame o all’intervento siamo di norma in grado di fornire l’esito del nostro lavoro». Poco cambia che siano reperti operatori o frustoli provenienti da microbiopsie: «Oggi l’anatomo-patologo può fornire diagnosi sempre più sofisticate pur maneggiando materiali sempre più piccoli – aggiunge ancora -. Anche quanto proviene dalla citologia vaginale (pap test) o dall’agoaspirato di vari organi è di nostra competenza».

Frammenti piccolissimi ma di enorme importanza: «Sono consapevole del fatto che spesso si tratta di una valutazione in grado di cambiare la vita di una persona – conclude il dottor Bruno Torchio -. Cerco sempre di immaginare come reagiranno al mio pronunciamento il chirurgo e soprattutto il paziente. Per farlo col massimo scrupolo immagino che quei vetrini siano miei, dei miei genitori, di mia sorella o di mia figlia. Mi metto nei panni degli altri conscio del fatto che la rapidità nei risultati è fondamentale: il paziente desidera avere una diagnosi rapida e precisa, noi dobbiamo fare del nostro meglio per offrirgliela sempre».