Anca e ginocchio: un team super specializzato per la Clinica Fornaca


Il lavoro congiunto del professor Alessandro Massè, del dottor Alessandro Aprato e del dottor Luigi Sabatini utilizza le più moderne metodiche d’intervento (anche tridimensionali e robotiche) per assicurare al paziente il miglior esito possibile: «Eseguiamo interventi molto complessi avvalendoci di tecniche capaci di favorire un miglioramento nella Qualità di vita e una maggiore durata nel […]

Il lavoro congiunto del professor Alessandro Massè, del dottor Alessandro Aprato e del dottor Luigi Sabatini utilizza le più moderne metodiche d’intervento (anche tridimensionali e robotiche) per assicurare al paziente il miglior esito possibile: «Eseguiamo interventi molto complessi avvalendoci di tecniche capaci di favorire un miglioramento nella Qualità di vita e una maggiore durata nel tempo».

Anca e ginocchio affidate a un team super specializzato che consente ai pazienti della Clinica Fornaca di ricorrere alle competenze del professor Alessandro Massè, direttore della Prima clinica Ortopedica e Traumatologica della Città della salute e della scienza di Torino con sede presso il Centro traumatologico ortopedico, unendole a quelle del dottor Alessandro Aprato e del dottor Luigi Sabatini, entrambi giovani componenti dell’équipe ospedaliera del professor Massè con all’attivo importanti esperienze internazionali.

«Le chirurgie d’anca e di ginocchio stanno registrando l’introduzione di nuove metodiche sempre più sofisticate e in grado di assicurare al paziente il miglior esito possibile – spiega il professor Massè -. Il nostro Centro è attrezzato per utilizzare tutte le tecniche esistenti, valutando di volta in volta vantaggi e svantaggi proposti dall’intervento secondo l’analisi dei colleghi ortopedici e della letteratura medica internazionale. Collaboriamo anche con i maggiori Centri di ortopedia pediatrica e siamo in grado di eseguire interventi molto complessi in virtù del nostro grosso volume di attività che, tra le altre cose, ci permette di formare secondo questa linea un elevato numero di chirurghi specializzati».

Tra le novità della chirurgia protesica, il professor Massè cita come esempio le metodiche tridimensionali («La costruzione di modelli virtuali e fisici ci permette di simulare l’intervento prima di effettuarlo») e quelle di chirurgia robotica («Destinate nel tempo a ritagliarsi un ruolo via via più importante»). Il progresso tecnologico e l’accresciuta competenza in campo ortopedico hanno portato a un’importante evoluzione: «La chirurgia non si improvvisa più – conferma il professor Massè -. Una volta, in certe situazioni, gli interventi venivano quasi improvvisati sul campo, le attuali metodiche ci permettono invece di simularli valutando preventivamente quali potranno essere le difficoltà e le eventuali tecniche complementari da utilizzare per risolverle».

Di chirurgia d’anca, traumatologica ed elettiva (cioè programmabile), si occupa il dottor Alessandro Aprato: «L’anca sopporta solo la perfezione – afferma -. Se non è perfetta non dura per tutta la nostra aspettativa di vita odierna». Ecco allora le tecniche artroscopiche mininvasive che allontanano l’artrosi correggendo le piccole deformità dovute al conflitto femoro-acetabolare: «Ci permettono di portare l’anca il più vicino possibile alla perfezione e quindi a una maggiore durata – prosegue -. Di fronte a deformazioni maggiori si ricorre invece al più tradizionale intervento a cielo aperto». Altre tecniche cosiddette “open” si stanno invece spostando su un versante endoscopico: «Si tratta di un altro dei progressi legati all’artroscopia – chiude il dottor Aprato -: non si entra più all’interno dell’articolazione ma con l’artroscopio si lavora attorno all’anca riducendo l’invasività dell’intervento e accorciando i tempi di ricovero e di recupero».

Cosa chiede al chirurgo un paziente che si sottopone a un intervento di protesi al ginocchio? «Di dimenticare il ginocchio protesizzato e di avere con sé qualcosa che sia il più vicino possibile al ginocchio fisiologico», risponde il dottor Luigi Sabatini. Che aggiunge: «Il miglioramento delle tecniche chirurgiche e dei materiali utilizzati per la protesi stanno contribuendo alla causa di un “ginocchio attivo”, anche se si tratta di un compito impegnativo perché il ginocchio rappresenta un’articolazione dal movimento molto complesso». Una protesi migliore ha anche il vantaggio di durare di più: «È sempre più frequente impiantare protesi di ginocchio su pazienti giovani – osserva il dottor Sabatini -, nella maggior parte dei casi vittime di eventi traumatici come incidenti di moto o sugli sci. Per tutti loro è più che mai importante affidarsi a una protesi capace di mantenere nel tempo un’elevata efficacia». Da non trascurare, infine, la parte di medicina sportiva legata al ginocchio: ricostruire i legamenti, conservare e curare menischi («Una volta si toglievano, ora si fa di tutto per mantenerli», conclude) e cartilagini rappresenta una parte consistente del lavoro specialistico richiesto oggi al chirurgo del ginocchio.