Prendiamo il sole ma con le dovute attenzioni


«Usiamo nel modo giusto il fattore di protezione, stiamo attenti ai nostri nei e dedichiamo particolare cura ai bambini», spiega la dottoressa Virginia Caliendo. «Sappiamo che il sole fa bene perché ci permette la sintesi della Vitamina D e della serotonina, celebrato ormone del buonumore. Altri studi “scagionano” le radiazioni ultraviolette e ci dicono che […]

«Usiamo nel modo giusto il fattore di protezione, stiamo attenti ai nostri nei e dedichiamo particolare cura ai bambini», spiega la dottoressa Virginia Caliendo.

«Sappiamo che il sole fa bene perché ci permette la sintesi della Vitamina D e della serotonina, celebrato ormone del buonumore. Altri studi “scagionano” le radiazioni ultraviolette e ci dicono che non tutto è fotocarcinogenetico. Detto questo, quando ci esponiamo al sole è bene che lo facciamo seguendo con attenzione una serie di indicazioni». Parola della dottoressa Virginia Caliendo, dirigente medico della Divisione di Oncologia chirurgica dermatologica dell’ospedale San Lazzaro di Torino e specialista in Dermatologia dello Skin Center del Centro Diagnostico Fornaca.

«E’ opportuno proteggersi fin dalle prime ore della giornata – spiega ad esempio la dottoressa Caliendo -, quando cioè le radiazioni ultraviolette sono meno responsabili delle ustioni solari ma hanno una lunghezza d’onda maggiore e tendono a penetrare più in profondità e a risultare più lesive». Proteggersi significa ricorrere al fattore di protezione («Dipende dal fototipo del paziente – spiega la dottoressa Caliendo -: più la sua cute è chiara più il fattore di protezione dovrà essere elevato»), da applicare con abbondanza durante tutta la nostra esposizione alle radiazioni ultraviolette e ripetuto con frequenza: «Ogni due o tre ore, quando usciamo dall’acqua e dopo che ci siamo asciugati». Questo ci eviterà le ustioni. dove possono comparire nei che avranno un’aggressività maggiore rispetto a nei di piccole dimensioni congeniti o insorti durante i primi anni di vita: «Ecco perché è importante applicare il fattore di protezione e rinnovarlo con frequenza nelle zone in cui abbiamo i nei o sul singolo neo», conferma la dottoressa Caliendo. Che aggiunge: «Il fattore di protezione individuato come schermo totale è il 50+, da utilizzare nei soggetti che hanno molti nei o nei di tipo giunzionale, quelli ipoteticamente in grado di avere una potenzialità evolutiva maggiore». Identica misura va applicata sulle macchie lentigosolari, eredità di ustioni solari riportate durante l’infanzia o l’adolescenza: «Sono quelle di colore marroncino distribuite in zone diffuse su spalle, volto, décolleté o addome – precisa la dottoressa Caliendo -. Anche in questo caso è bene ricorrere allo schermo totale perché rappresentano una zona a rischio melanoma, tumore della pelle che, se non diagnosticato in tempi brevi, può risultare molto aggressivo».

Precauzioni necessarie che diventano ancora più stringenti quando si parla di bambini. «Con loro è bene privilegiare uno schermo di tipo chimico e non fisico – argomenta la dottoressa Virginia Caliendo -, utilizzando prodotti con ossido di zinco o biossido di titanio a scapito di quelli profumati che hanno con sé più coloranti e conservanti e non risultano ideali per una cute così delicata e facilmente compromissibile». Meglio la crema dello spray («Rimane di più in sede e produce un effetto barriera») e divieto assoluto di portare in spiaggia i più piccoli nelle ore compreso tra le 11 e le 17 («Teneteli in un locale fresco e ventilato, non portateli ad arrostire al sole»).

Prima e dopo l’esposizione estiva al sole non va in ogni caso disdegnato un passaggio allo Skin Center del Centro Diagnostico Fornaca: «La prima visita consiste nello screening di tutto il mantello cutaneo del paziente e nell’individuazione dei nei potenzialmente pericolosi – conclude la dottoressa Caliendo -. Lo step successivo prevede la videodermatoscopia che ci permette di identificare eventuali lesioni da asportare, anche solo a scopo precauzionale, o di indirizzare il paziente a una serie di controlli periodici che variano a seconda del numero e del tipo di nei». L’attrezzatura all’avanguardia di cui dispone lo Skin Center è ulteriore garanzia di un monitoraggio preciso, attento e aggiornato.