Meno invasiva, più precisa e duratura: è la protesi di ginocchio eseguita col robot


La Clinica Fornaca ha adottato il sistema chirurgico Navio nel 2019: «La protesi viene adattata alle esigenze del paziente grazie allo studio realizzato in fase di pianificazione», spiega il dottor Luigi Sabatini che dal 2016 si avvale di sistemi chirurgici robotizzati per la protesi di ginocchio. Il dottor Filippo Maria Surace ha avviato, in collaborazione […]

La Clinica Fornaca ha adottato il sistema chirurgico Navio nel 2019: «La protesi viene adattata alle esigenze del paziente grazie allo studio realizzato in fase di pianificazione», spiega il dottor Luigi Sabatini che dal 2016 si avvale di sistemi chirurgici robotizzati per la protesi di ginocchio. Il dottor Filippo Maria Surace ha avviato, in collaborazione con il Politecnico di Torino, il primo studio comparativo tra tecniche tradizionali e innovative per gli interventi di protesi totale.

 

«Minore invasività e maggiore precisione per garantire una durata superiore alla protesi di ginocchio». Il sistema chirurgico Navio è sintetizzato con queste parole dal dottor Luigi Sabatini, ortopedico della Clinica Fornaca e dell’équipe della Prima clinica Ortopedica e Traumatologica della Città della salute e della scienza di Torino diretta dal professor Alessandro Massè. Il dottor Sabatini si avvale dal 2016 dei sistemi chirurgici robotizzati per la protesi di ginocchio e ha già maturato una considerevole esperienza con il Navio, la Clinica Fornaca ha adottato il nuovo robot alla fine del 2019 e lo ha subito messo a disposizione dei propri pazienti.

Proprio la Fornaca, in collaborazione con i ricercatori del Politecnico di Torino, ha avviato lo scorso anno il primo studio comparativo tra le tecniche tradizionali e quelle innovative per gli interventi di protesizzazione totale del ginocchio. Il dottor Filippo Maria Surace, chirurgo specializzato nelle patologie del ginocchio e da anni in forza al gruppo Humanitas, ha intrapreso uno studio volto a verificare la precisione e accuratezza degli interventi eseguiti adoperando il navigatore chirurgico “Navio” rispetto a quelli realizzati utilizzando le consuete tecniche operatorie. Uno studio nato in collaborazione con il gruppo di ricerca del laboratorio di Nanomeccanica bioispirata del Dipartimento di strutture (DISEG) del Politecnico di Torino e attualmente in corso.

Il navigatore chirurgico assiste l’ortopedico nella pianificazione pre-operatoria e nell’intervento chirurgico affidandosi a un livello di accuratezza e precisione chirurgica non riproducibili da occhi e mani dell’uomo. Questo sistema consente di personalizzare l’impianto sull’anatomia e sul movimento del ginocchio del paziente, scegliendo la protesi più adatta alla lesione specifica del paziente e guidando il chirurgo nell’intervento e nel posizionamento della protesi. «In sala operatoria – spiega il dottor Sabatini -, il sistema chirurgico Navio permette di pianificare in tre dimensioni: una possibilità che offre un grade vantaggio in termini di precisione sia per la protesi totale sia per quella monocompartimentale». La protesi totale è quella necessaria quando l’artrosi del ginocchio è in stato avanzato e ha colpito l’intera articolazione, quella monocompartimentale riguarda la degenerazione della cartilagine di una sola parte del ginocchio: in quest’ultimo caso al chirurgo è richiesto di sostituire solo la porzione di ginocchio usurata per risolvere o rallentare la progressione dell’artrosi.

«La fase di pianificazione è fondamentale – aggiunge il dottor Sabatini -. Studiare sul momento le soluzioni possibili consente l’impianto di protesi più efficaci e durature. È come se la protesi venisse personalizzata realizzando di fatto quel cambio di paradigma che vede oggi la protesi di ginocchio adattata alle esigenze del paziente e non più viceversa, come accadeva fino a poco tempo fa». La durata maggiore dell’impianto di protesi è particolarmente importante per i pazienti più giovani: «Nella maggior parte dei casi si tratta di soggetti protagonisti di eventi traumatici come incidenti di moto o sugli sci – osserva il dottor Sabatini -. Per loro è quanto mai importante affidarsi a una protesi capace di mantenere nel tempo un’elevata efficacia».

Tra i vantaggi offerti al paziente dal navigatore chirurgico c’è anche quello di non rendere più necessari esami strumentali di secondo livello come TAC o Risonanza magnetica perché lo studio anatomico è rilevato durante l’intervento. Inoltre, la grande accuratezza nella posizione dell’impianto garantisce anche meno dolore durate l’intervento e minor assunzione di farmaci antidolorifici dopo l’intervento. Ricorrere a questo sistema significa anche minor tempo di degenza e maggior recupero del movimento naturale del ginocchio, con una propriocettività in grado di donare più confidenza con la nuova articolazione e un ritorno più celere alla vita quotidiana e allo sport.