Radiologia interventistica, l’evoluzione tecnologica continua


«Risultati sempre migliori e attenzione sempre più grande verso le esigenze del paziente», assicura il professor Giovanni Gandini. «Un’esecuzione ineccepibile deve in ogni caso essere preceduta dal rispetto dell’indicazione e seguita da un’attenta sorveglianza post operatoria». «La Radiologia interventistica continua a sviluppare nuove applicazioni e a fornire al paziente nuove e più soddisfacenti modalità di […]

«Risultati sempre migliori e attenzione sempre più grande verso le esigenze del paziente», assicura il professor Giovanni Gandini. «Un’esecuzione ineccepibile deve in ogni caso essere preceduta dal rispetto dell’indicazione e seguita da un’attenta sorveglianza post operatoria».

«La Radiologia interventistica continua a sviluppare nuove applicazioni e a fornire al paziente nuove e più soddisfacenti modalità di cura. La Clinica Fornaca garantisce oggi qualsiasi tipo di intervento di Radiologia interventistica e, prossimamente, sarà in grado di specializzarsi ancora di più grazie a un nuovo angiografo di ultima generazione che renderà la procedura interventistica ancora più raffinata ed efficace». Lo afferma il professor Giovanni Gandini, direttore del Dipartimento di diagnostica per immagini e radioterapia della Città della Salute e della Scienza di Torino e consulente della Clinica Fornaca.

«Sono tre i cardini del lavoro del radiologo interventista – aggiunge il professor Gandini -: il rispetto dell’indicazione che riguarda il paziente, un’esecuzione tecnicamente ineccepibile e un’attenta sorveglianza post operatoria». Dei tre punti, il primo «richiede adeguate competenze cliniche e va realizzato in collaborazione e condivisione con gli altri specialisti medici, chirurghi vascolari in primis». Al secondo provvede l’elevata competenza dei professionisti che operano in Fornaca, mentre del terzo può all’occorrenza farsi carico anche il medico curante.

«L’evoluzione tecnologia ha portato a risultati sempre migliori a fronte di una mininvasività sempre più raffinata – continua il professor Gandini -. Pensiamo alle protesi endovascolari per l’aneurisma dell’aorta addominale che oggi hanno un diametro esterno di soli 4-5 millimetri, un risultato oggettivamente formidabile». Ecografia, fluoroscopia, tomografia computerizzata, risonanza magnetica: la Radiologia interventistica esplora campi di applicazione che dalla semplice biopsia della mammella vanno a raggiungere procedure più complesse come l’endoprotesi aortica. In Fornaca è peraltro possibile eseguire anche la disostruzione tubarica, causa di infertilità tutt’altro che infrequente.

«La crescita della radiologia interventistica può essere sintetizzata proprio dal progresso dell’esame di biopsia che, sempre attraverso lo stesso ago sottile, è passato dal prelievo di sole cellule a quello di un vero e proprio nodulino di tessuto, fondamentale per una valutazione istologica più precisa», puntualizza ancora il professor Gandini. Che auspica una sempre maggiore diffusione di questo campo della radiologia medica riguardante tutte le procedure invasive o mininvasive realizzate attraverso la guida e il controllo delle metodologie radiologiche: «È un orizzonte molto ampio che interessa molte discipline chirurgiche e che consente al paziente di risolvere problemi importanti attraverso procedure per lui sempre meno impattanti».