Un robot per stabilizzare la colonna vertebrale: la Clinica Fornaca riferimento europeo


Nuova tecnologia a disposizione dell’équipe neurochirurgica composta dal dottor Carlo Alberto Benech, dal professor Franco Benech e dalla dottoressa Rosa Perez: il nuovo robot consente maggiore precisione d’intervento e forte riduzione dell’uso di raggi X, il paziente viene dimesso nel giro di ventiquattr’ore e può riprendere con celerità l’attività quotidiana e sportiva. Un nuovo robot […]

Nuova tecnologia a disposizione dell’équipe neurochirurgica composta dal dottor Carlo Alberto Benech, dal professor Franco Benech e dalla dottoressa Rosa Perez: il nuovo robot consente maggiore precisione d’intervento e forte riduzione dell’uso di raggi X, il paziente viene dimesso nel giro di ventiquattr’ore e può riprendere con celerità l’attività quotidiana e sportiva.

Un nuovo robot per la Clinica Fornaca, in grado di stabilizzare la colonna vertebrale combinando le immagini e gli esami pre-operatori del paziente con i riferimenti dinamici posizionati sullo stesso paziente in sala operatoria. Il risultato è un intervento chirurgico mininvasivo più rapido di quello tradizionale, capace di aumentare la precisione, ridurre le possibilità di errore e consentire al paziente di essere dimesso nel giro di ventiquattr’ore nonché di riprendere in pochi giorni tutte le attività quotidiane e, nel giro di appena tre settimane, di tornare a fare sport.

Spondilolistesi (vale a dire lo “scivolamento” delle vertebre), stenosi lombare ed ernie del disco associate a instabilità vertebrale, fratture vertebrali e discopatie sono le patologie che possono essere oggetto di questa nuova tecnologia. Il robot si chiama “Excelsius GPS” ed è attivo dal mese di ottobre alla Clinica Fornaca, utilizzato dal i’équipe neurochirurgica composta dal dottor Carlo Alberto Benech, dal professor Franco Benech e dalla dottoressa Rosa Perez: «I risultati dei primi interventi eseguiti confermano l’efficacia del sistema di navigazione robotizzata – commenta il dottor Carlo Alberto Benech -. Le tecniche mininvasive necessitano di un’accuratezza sempre maggiore e il robot a nostra disposizione migliora la precisione d’intervento riducendo l’uso di raggi X caratteristico di altre tecniche mininvasive». Le immagini e gli esami pre-operatori del paziente vengono studiati con attenzione dall’équipe di neurochirurghi e messi al servizio del robot, chiamato a tradurre in maniera precisa ed efficace le indicazioni chirurgiche: «Oltre ad abbassare sensibilmente il margine di errore legato all’intervento – conferma il dottor Carlo Alberto Benech -, il robot ci consente di migliorare in modo significativo la precisione del posizionamento delle viti riducendo l’esposizione alle radiazioni del paziente, del medico e degli operatori di sala. Una maggiore precisione ci permette inoltre di poter scegliere sistemi di fissazione più grandi a vantaggio della solidità dell’impianto protesico».

Importata dagli Stati Uniti, la nuova tecnologia adottata dalla Clinica Fornaca rappresenta una novità in campo nazionale e continentale: «Proprio per questo motivo – aggiunge il professor Franco Benech -, il nostro Centro di Chirurgia robotica spinale diventerà un riferimento per la formazione di neurochirurghi provenienti da tutta Europa». Sarà proprio l’équipe di Fornaca, che s’è formata nei mesi scorsi negli Stati Uniti tra Philadelphia, Orlando e San Antonio, a farsi carico di insegnare l’utilizzo di questa tecnologia tanto innovativa. «I chirurghi e gli strumentisti dell’équipe hanno seguito un duplice apprendistato: uno legato all’utilizzo del robot e l’altro all’esperienza clinica nelle sale operatorie degli ospedali statunitensi – precisa il professor Franco Benech -. Oggi siamo perciò in grado di trasferire il nostro sapere agli specialisti che da tutto il mondo e dall’Europa in particolare sceglieranno il nostro Centro come riferimento per la loro formazione».

«Sono circa 30mila gli interventi di stabilizzazione della colonna vertebrale che vengono eseguiti ogni anno in Italia – conclude la dottoressa Rosa Perez -. Riguardano in particolar modo pazienti che hanno superato il 50esimo anno d’età ma sono molto frequenti anche in chi è decisamente più giovane. L’approccio mininvasivo che scaturisce dall’abbinamento tra l’esperienza del chirurgo e la precisione e pianificazione consentite dal robot rappresenta un sensibile passo avanti per l’efficacia della chirurgia e la sicurezza del paziente».