Robot Da Vinci: la nuova frontiera della chirurgia di precisione anche in ambito ginecologico


La chirurgia robotica è la massima espressione ed evoluzione della chirurgia laparoscopica mininvasiva: applicata in diversi ambiti della chirurgia, come l’Urologia, la Chirurgia addominale e generale, viene utilizzata anche in ambito ginecologico, per interventi ad alta complessità.

Ne parliamo con il dottor Emanuele Garrone, ginecologo della Clinica Fornaca.

Cosa si intende per chirurgia robotica?

«È la naturale evoluzione della tecnica laparoscopica mininvasiva – spiega il dottor Emanuele Garrone – perfezionata grazie al fatto che è robot assistita. Chi esegue l’intervento è sempre il chirurgo, che deve essere esperto, formato e abilitato all’uso dello strumento, ma sono le braccia robotiche a tradurre con precisione assoluta e intuitiva i suoi movimenti, essendo eliminato ad esempio il tremore fisiologico delle sue mani. Il gesto chirurgico sfrutta così a pieno le potenzialità di una visione tridimensionale, “immersiva”, e ad alta definizione, avendo un ingrandimento del dettaglio su cui operiamo fino a 10 volte». E continua: «Il Robot Da Vinci, che qui in Clinica Fornaca in ambito ginecologico è utilizzato da me e dalla dottoressa Lindita Brokaj, è la piattaforma tecnologicamente più avanzata tra tutti i sistemi di chirurgia robotica: è dotato di una console chirurgica con visione 3D dalla quale operiamo a distanza di qualche metro, controllando gli strumenti con manipoli e pedali, di un carrello paziente, costituito da quattro braccia mobili e intercambiabili che supportano la fibra ottica e gli strumenti e un carrello visione, cioè l’unità di elaborazione dell’immagine HD».

Per quali interventi ginecologi si utilizza?

«Per interventi ad alta complessità: il trattamento di patologie ginecologiche di natura benigna, come l’endometriosi, fibromi uterini e prolasso utero vaginale, e di natura oncologica come neoplasie dell’utero. Grazie all’utilizzo del Robot da Vinci è stato possibile ad esempio eseguire interventi di isterectomia (asportazione dell’utero): in alcuni casi si tratta di operazioni da record, per le dimensioni raggiunte dall’organo, che non avremmo potuto affrontare con laparoscopia tradizionale».

Quali sono i vantaggi della chirurgia robotica?

«I benefici sono tantissimi – afferma il dottor Garrone – sia per il medico che per il paziente. In primis il Robot da Vinci è in grado di garantire una estrema precisione: rispetto a una laparoscopia tradizionale il gesto chirurgico è molto più accurato e ci permette di intervenire in zone anatomiche difficili da raggiungere o delicate, offrendo una maggiore sicurezza al paziente. In questo senso c’è un ricorso minore a trasfusioni, come anche la casistica di infezioni che possono svilupparsi è inferiore. A noi chirurghi la visione tridimensionale permette di identificare molto bene le strutture anatomiche, senza contare che lo strumento stesso ha una libertà di movimento su sette assi (a differenza dei 4 gradi della laparoscopia tradizionale). Va poi sottolineato che le tempistiche dell’intervento e dell’ospedalizzazione del paziente si sono notevolmente ridotte: tenuto conto che le incisioni che effettuiamo grazie al robot sono molto più piccole, c’è una notevole riduzione del dolore post intervento e riusciamo ad assicurare una ripresa più rapida delle normali attività quotidiane e lavorative. Accanto a migliori esiti estetici, riusciamo a rispettare femminilità, fertilità e sessualità della paziente».