Salute respiratoria, stile di vita e ambiente: inquinamento killer


«Ogni singolo abitante del Nord Italia perde circa 14 mesi di vita per l’esposizione alle particelle fini», hanno detto il professor Franco Merletti e il dottor Sergio Baldi al Comitato scientifico della Fornaca. «Il fumo? Meglio smettere, a qualsiasi età».   Salute respiratoria: le particelle fini portano via 14 mesi di vita a ogni singolo […]

«Ogni singolo abitante del Nord Italia perde circa 14 mesi di vita per l’esposizione alle particelle fini», hanno detto il professor Franco Merletti e il dottor Sergio Baldi al Comitato scientifico della Fornaca. «Il fumo? Meglio smettere, a qualsiasi età».

 

Salute respiratoria: le particelle fini portano via 14 mesi di vita a ogni singolo abitante del Nord Italia. Tra quelle evitabili, il fumo continua a rappresentare la più importante causa di morte per il genere umano. Una camminata a passo svelto di almeno 20 minuti al giorno riduce il rischio di morte del 16-30 per cento e dovrebbe perciò essere incentivata dai medici come valida forma di medicina.

Di questo e di tanto altro s’è parlato mercoledì 17 maggio nel corso di “Salute respiratoria, stile di vita e ambiente”, un incontro promosso dal Comitato scientifico della Clinica Fornaca. Al tavolo dei relatori c’erano il professor Franco Merletti, direttore dell’Epidemiologia dei tumori della Città della salute e della scienza di Torino e il dottor Sergio Baldi, pneumologo della Clinica Fornaca e della Città della salute e della scienza di Torino.

Il professor Merletti ha esordito parlando proprio di PM10 e PM 2,5: «Particelle inquinanti e così piccole da sapersi depositare a diversi livelli del nostro sistema respiratorio – ha ricordato -. Le particelle più minute possono addirittura superare la barriera alveolare e passare direttamente nel sangue». L’esposizione agli inquinanti può essere acuta o figlia di effetti cronici che si stratificano nel tempo: il tasso di mortalità è il frutto della composizione di questi due elementi assai variabili e indipendenti tra di loro. «Il campo respiratorio risulta sempre il primo portale per valutare gli effetti dell’inquinamento – ha aggiunto il professor Merletti -. Studi sulla popolazione infantile hanno dimostrato conseguenze dirette su funzione polmonare con sintomi da crisi d’asma, aumento nell’uso di farmaci, nelle visite al Pronto soccorso e nei ricoveri per patologie oncologiche.

In particolare, il professor Merletti si è soffermato sui risultati dello “Studio Escape” che coinvolge 900mila persone in tutta Europa e ne stima l’esposizione media alle polveri sottili. «Nelle cittadine più inquinate si registra un aumento della mortalità cardiopolmonare – ha rivelato -. tumore al polmone ed eventi coronarici acuti avvengono con maggiore frequenza, rispettivamente +20 per cento e +10/15 per cento». Più in generale, i parametri adottati dall’Unione europea risultano assai più blandi di quelli indicati dall’OMS e svolgono perciò un’attività di protezione piuttosto limitata: «Oggi l’inquinamento accorcia di dieci mesi la vita di un italiano e di 14 mesi quella di chi vive nel Nord del Paese – ha ammonito il professor Franco Merletti -, mentre rispettare i limiti legge salverebbe circa 11mila vite l’anno».

L’intervento del dottor Baldi è partito dal fumo: «Per l’OMS è ancora oggi la più importante causa di morte per il genere umano tra quelle evitabili – ha premesso -. Smettere è sempre bene, a qualsiasi età, per se stessi e per gli altri». Il dottor Baldi ha quindi citato uno studio di Jama (Journal of the American Medical Association) che lascia poche speranze anche ai piccoli fumatori: «Una sigaretta al giorno? Rischio di morte superiore del 64 per cento rispetto a quello di chi non fuma. Meno di dieci sigarette al giorno? La percentuale sale a quota 87». Per non parlare del fumo passivo che aumenta il rischio fino al 30 per cento e risulta ancora più elevato nei bambini.

Il dottor Baldi ha parlato anche dei rischi cardiovascolari di chi vive in una città tanto inquinata come Torino e citato un altro studio che dimostra in modo inoppugnabile la bontà dell’esercizio fisico: «Lo sport fa bene – ha detto il dottor Sergio Baldi -. Una camminata a passo svelto di almeno venti minuti al giorno riduce il rischio di morte del 16-30 per cento. L’esercizio fisico è una vera medicina e i medici dovrebbero enfatizzarne l’uso».

A proposito di camminate, non poteva mancare l’accenno alle “domeniche a piedi” che anche quest’anno interessano Torino. Il professor Merletti e il dottor Baldi si sono trovati d’accordo: «Si tratta di appuntamenti dal forte significato educativo che dimostrano la possibilità di vivere la città in un altro modo – hanno concluso -. Il loro effetto reale è però nullo, in quanto per registrare effetti tangibili occorrerebbero tempi molto più lunghi, insostenibili per l’economia e per il Pil».