Scoliosi infantile: diagnosi, cura e intervento chirurgico


Quelle clinicamente rilevanti colpiscono circa il 3 per mille della popolazione. «In alcuni casi la ginnastica correttiva e l’utilizzo di un corsetto possono essere l’unico trattamento, in circa il 3 per cento dei casi è richiesto un intervento chirurgico», spiega il dottor Marco Muratore. La scoliosi è una deviazione sul piano frontale della colonna vertebrale. […]

Quelle clinicamente rilevanti colpiscono circa il 3 per mille della popolazione. «In alcuni casi la ginnastica correttiva e l’utilizzo di un corsetto possono essere l’unico trattamento, in circa il 3 per cento dei casi è richiesto un intervento chirurgico», spiega il dottor Marco Muratore.

La scoliosi è una deviazione sul piano frontale della colonna vertebrale. Colpisce il 3 per mille della popolazione e in Piemonte interessa oltre 10mila persone. Nel 95 per cento dei casi la malattia inizia con i primi segni della pubertà (in media a 10 anni nella bambina e a 12 anni nel bambino). Se talvolta la ginnastica correttiva e l’utilizzo di un corsetto possono rappresentare l’unico trattamento, in circa il 3 per cento dei casi è richiesto un intervento chirurgico, da effettuare quando la curva scoliotica supera i 45-50°

«La scoliosi idiopatica – spiega il dottor Marco Muratore, ortopedico della Clinica Fornaca e dell’Unità di Chirurgia vertebrale dell’ospedale CTO di Torino – rappresenta la forma più comune e si distingue da quelle cosiddette secondarie che sono legate ad altre patologie spesso congenite, per lo più sindromiche e neuromuscolari». Il dottor Muratore vanta un’alta specializzazione nella cura e diagnosi delle patologie del rachide e sottolinea l’importanza dello screening per la patologia scoliotica: «Di norma è il pediatra di famiglia a suggerire una visita specialistica quando il bambino comincia a mostrare una deviazione della colonna, ma sarebbe molto utile tenere sotto controllo l’età a rischio – afferma -. Le curve inferiori agli 11° possono colpire anche il 5 per cento della popolazione in età di accrescimento, ma solo poche di esse evolveranno in curve di maggiore gravità, con necessità di fisioterapia, applicazioni di busto e in alcuni casi di un intervento chirurgico di artrodesi vertebrale. In altri casi, intervenendo in modo tempestivo con ginnastica correttiva o corsetto, si potrà evitare il ricorso ai ferri del chirurgo». Il trattamento della scoliosi comporta inoltre un puntuale follow up del paziente e una forte attenzione all’aspetto psicologico del problema, che quattro volte su cinque riguarda ragazze tra i 10 e 15 anni.

La Clinica Fornaca è in grado di eseguire qualsiasi intervento chirurgico riguardante le più frequenti deformità della colonna vertebrale: scoliosi, dorso curvo (cifosi), in tutte le età di presentazione della patologia. La possibilità di usufruire di moderne sale operatorie dotate di tutte le attrezzature e degli strumentari necessari a tale chirurgia, cosi come la presenza del monitoraggio elettrofisiologico intraoperatorio, garantiscono elevati standard di sicurezza. «Un capitolo importante è poi rappresentato dalle deformità dell’adulto, spesso si tratta di scoliosi non risolte o di patologie legate all’invecchiamento della colonna», prosegue il dottor Muratore. Il trattamento chirurgico di tali deformità, dolorose e invalidanti, è caratterizzato da procedure di correzione molto complesse e rischiose, ma se ben eseguito può ottenere ottimi risultati e restituire a persone ancora in età attiva (50-70 anni) una buona qualità della vita.

A rendere infine ancora più efficace il lavoro dei chirurghi contribuisce l’attività di supporto fornita dalla Diagnostica per immagini della Clinica Fornaca, tra le più complete e avanzate in circolazione: «Tac e Risonanza magnetica risultano di grandissimo aiuto per il nostro lavoro – sottolinea ancora il dottor Muratore -: sono macchine preziose che si avvalgono di medici altrettanto eccezionali. Professionisti come il professor Carlo Faletti o la dottoressa Consuelo Valentini vantano una collaudata esperienza per questo tipo di patologie e i loro referti rappresentano indicazioni di massima affidabilità per il lavoro del chirurgo, più che mai in condizione di poter eseguire al meglio il proprio compito in sala operatoria».