In sicurezza e nel segno del comfort, la Clinica Fornaca si è riorganizzata così


«Ci siamo strutturati per garantire il miglior percorso di cura possibile ai nostri pazienti, sempre nel rispetto delle misure imposte dall’emergenza in corso», spiegano la dottoressa Raffaella Gancia, Direttore sanitario della Clinica e l’ingegner Augusta Tralli, responsabile del Servizio qualità.

«Ci siamo strutturati per garantire il miglior percorso di cura possibile ai nostri pazienti, sempre nel rispetto delle misure imposte dall’emergenza in corso», spiegano la dottoressa Raffaella Gancia, Direttore sanitario della Clinica e l’ingegner Augusta Tralli, responsabile del Servizio qualità.

«Di fronte alla seconda ondata di Covid-19, la Fornaca si è riorganizzata, rendendo l’accesso in Clinica il più confortevole possibile e sempre nella massima sicurezza». La dottoressa Raffaella Gancia, Direttore sanitario della Clinica Fornaca e l’ingegner Augusta Tralli, responsabile del Servizio qualità e Sviluppo applicativi di Humanitas Torino, sintetizzano in queste parole il grosso lavoro che la Fornaca ha realizzato negli ultimi mesi per garantire il miglior percorso di cura possibile ai propri pazienti, sempre nel rispetto delle misure imposte dall’emergenza in corso.

«Nel contesto del pre-ricovero – afferma il Direttore sanitario -, tutti i pazienti ricoverati eseguono il tampone 24-48 ore prima di entrare in Clinica impegnandosi a rispettare il “Patto di cura” che li esorta a rimanere isolati fino al momento dell’ingresso. Solo di fronte a documentate condizioni cliniche, è consentita la presenza di un accompagnatore, in genere un congiunto o un badante, che deve anch’esso sottoporsi al tampone». Dopo il ricovero, le stanze singole consentono di mantenere l’isolamento fino all’approdo in sala operatoria: «Dove i medici e tutto il personale di sala vengono, tra le altre cose, sottoposti alla cosiddetta “sorveglianza sanitaria” che impone un tampone ciclico di controllo», precisa.

«I check point allestiti all’ingresso garantiscono un accesso controllato perché tutte le persone che entrano in Clinica, dai pazienti al personale passando per i fornitori, transitano da lì», aggiunge l’ingegner Tralli. La rilevazione della temperatura, la sanificazione delle mani e la consegna di una mascherina chirurgica rappresentano il prologo al questionario che verifica la presenza di eventuali sintomi o comportamenti a rischio: «Le aree di attesa vengono ripetutamente sanificate con protocolli specifici che rendono gli ambienti sempre frequentabili in sicurezza – continua -. Anche l’area esterna della Clinica è stata riorganizzata con due box: il primo serve come check point, il secondo è riservato agli accompagnatori che, debitamente distanziati, possono attendere i pazienti sottoposti a una visita o a un esame».

«L’accoglienza del paziente è stata rivista radicalmente – puntualizza ancora l’ingegner Tralli -. Abbiamo in definitiva separato tutti i percorsi destinati ai pazienti, garantendo le prestazioni e mantenendo la sicurezza». Percorsi agevolati dalla presenza di hostess e steward: «Rappresentano una nuova figura che supporta il paziente all’interno di ciascun piano degli ambulatori della Clinica e del Centro Diagnostico Fornaca: qui il paziente si presenta da solo e viene preso in carico dal momento del suo arrivo».

«Dai pazienti otteniamo grande collaborazione e parole di ringraziamento perché si sentono tutelati – specifica la dottoressa Gancia -. Quella della nostra Clinica rimane una nicchia sicura che lottiamo ogni giorno per difendere, sempre osservando le indicazioni dell’Autorità sanitaria regionale e avvalendoci tra le altre cose della consulenza del dottor Valter Brossa in tema di Medicina del Lavoro e del dottor Guido Leo per quanto riguarda l’Infettivologia».

La sicurezza passa anche da una maggiore autonomia del paziente: «Abbiamo messo in pratica anche tutto ciò che è possibile eseguire da remoto – conclude l’ingegner Tralli -, come la prenotazione e il pagamento on line di visite ed esami. Prossimamente potenzieremo anche la fase di accettazione, per ridurre in modo ulteriore la presenza fisica e il tempo di permanenza all’interno della Clinica».