Tumori del torace, l’evoluzione e le frontiere della chirurgia robotica


L’équipe di Chirurgia toracica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino del professor Enrico Ruffini, con il dottor Paraskevas Lyberis hanno infatti eseguito l’asportazione di una massa tumorale della parete toracica tramite un unico piccolo taglio di pochi centimetri, anziché le tradizionali 3-4 incisioni che solitamente vengono fatte durante gli interventi di chirurgia robotica.

È di qualche settimana fa la notizia di un intervento di chirurgia robotica toraco-polmonare che segna un ulteriore passo avanti nell’utilizzo del robot contro i tumori.

L’équipe di Chirurgia toracica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino del professor Enrico Ruffini, con il dottor Paraskevas Lyberis hanno infatti eseguito l’asportazione di una massa tumorale della parete toracica tramite un unico piccolo taglio di pochi centimetri, anziché le tradizionali 3-4 incisioni che solitamente vengono fatte durante gli interventi di chirurgia robotica. 

Si trattava di un raro tumore di dimensioni di 6 cm adeso sul torace e che interessava la componente nervosa della parete toracica: «Per la prima volta con un’unica e piccola incisione toracica – spiega il dottor Paraskevas Lyberis – abbiamo portato a termine l’intervento di exeresi del tumore con enormi vantaggi per la paziente».

Solitamente questo tipo di intervento viene eseguito utilizzando tre incisioni con il robot, ma questa volta è stato portato a termine con un unico taglio di circa 3-4 cm, attraverso il quale sono state inserite le braccia del robot, che hanno permesso di eseguire l’intervento ugualmente con grande precisione, controllo e sicurezza, con minima invasività e ridotto trauma da stress chirurgico.

L’équipe del professor Enrico Ruffini ha modificato la tecnica chirurgica standard per ridurre ulteriormente il numero di accessi necessari ad eseguire l’intervento, ridurre al minino il dolore ed offrire alla paziente il completo recupero funzionale.

«Più il paziente è complesso e delicato, più indicata risulta la chirurgia robotica – afferma il dottor Paraskevas Lyberis -. Si tratta di una chirurgia di precisione, che non deve essere dedicata a pazienti “perfetti”, giovani e con patologie semplici. Per la sua precisione e per la sua straordinaria capacità d’immagine in 3D, la chirurgia con il robot è perfetta per interventi complessi».

L’evoluzione della chirurgia robotica è stata importante negli ultimi anni: «La sala operatoria di oggi può essere ibrida con l’uso di dispositivi avanzati di imaging e con il robot da Vinci. Parliamo di toracoscopia, procedura in cui viene introdotto nella cavità pleurica un endoscopio a ottica operativa o VATS (Chirurgia Toracica Video-Assistita) e prediligiamo la segmentectomia, il cui obiettivo è asportare il meno possibile parti polmonari che permettono al paziente di mantenere maggiori riserve respiratorie».

E i vantaggi della chirurgia robotica, uniti alla competenza e all’esperienza dei professionisti, sono molti: «visione dei tessuti su cui intervenire in 3D con ampliamento della percezione della profonditàmagnificazione delle immagini fino a 10 volte, possibilità di sfruttare sette gradi di movimento delle braccia robotiche che traducono i gesti del chirurgo in maniera ancora più precisa e – fondamentale per il paziente – riduzione del dolore post operatorio e riduzione dei tempi di degenza».