Urologia pediatrica per tutti i problemi dei bambini


Urologia pediatrica: il dottor Massimo Catti è tra i pochi specialisti d’Italia: «Trattiamo patologie molto particolari e diffuse per le quali sono necessarie competenze specifiche». Dall’ipospadia al reflusso vescico-uretrale è bene affidarsi sempre agli specialisti. L’urologia pediatrica si occupa di tutte le problematiche dell’apparato urinario, congenite o acquisite, di tipo malformativo o funzionale, in età […]

Urologia pediatrica: il dottor Massimo Catti è tra i pochi specialisti d’Italia: «Trattiamo patologie molto particolari e diffuse per le quali sono necessarie competenze specifiche». Dall’ipospadia al reflusso vescico-uretrale è bene affidarsi sempre agli specialisti.

L’urologia pediatrica si occupa di tutte le problematiche dell’apparato urinario, congenite o acquisite, di tipo malformativo o funzionale, in età pediatrica. Il dottor Massimo Catti è un urologo pediatra della Clinica Fornaca e dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, tra i pochi rappresentanti di una specialità che in Italia conta poche decine di qualificati esponenti.

Dottor Catti, quando e perché i genitori di un bambino devono rivolgersi all’urologo pediatra?

«Innanzitutto quando già prima della nascita ci sono segnali di malformazione dell’apparato urinario, poi in presenza di problematiche funzionali o ancora malformative dello stesso apparato urinario (reni, vescica, ureteri, apparato genitale). È inoltre bene rivolgersi a uno specialista di fronte a problematiche specifiche dei genitali (capita soprattutto con i maschietti) o a problemi clinici come le infezioni urinarie, la calcolosi urinaria e i disturbi minzionali. È utile che sia il pediatra di famiglia a fungere da filtro tra famiglia e specialista: è lui che, in taluni casi, può anche impostare un percorso diagnostico e terapeutico utile a risolvere problemi come l’enuresi notturna, la classica pipì a letto».

Come si agisce nei casi di malformazione prenatale dell’apparato urinario?

«Intanto con un counsellng prenatale che ha il compito di informare i genitori del problema e del percorso diagnostico terapeutico che attende il loro bambino, poi applicando quest’ultimo sapendo che solo una piccola parte dei bambini con sospetta anomalia dell’apparato urinario necessiterà di un intervento chirurgico. Nella maggior parte dei casi sarà invece sufficiente una gestione conservativa e un attento follow-up clinico e strumentale: spesso basta attendere che il bambino cresca e maturi i meccanismi del corretto funzionamento vescicale».

Gli interventi chirurgici di urologia pediatrica risolvono il problema per sempre?

«Sì, nella maggior parte dei casi si tratta di chirurgia ricostruttiva che risolve il problema per sempre, anche quando si interviene nei primi mesi di vita del bambino. È in ogni caso una chirurgia molto delicata che richiede la mano esperta degli specialisti».

L’ipospadia rappresenta un problema piuttosto diffuso: che cos’è e come lo si affronta in età pediatrica?

«L’ipospadia interessa circa un uomo su 300 e consiste in un’anomalia dei genitali maschili che si traduce in una particolare morfologia del pene, che ha il prepuzio incompleto e il meato uretrale esterno (il “buco della pipì”) posizionato più in basso del dovuto. Una situazione alla quale spesso si associa anche un incurvamento penieno in erezione. Uno stato che solo in pochi casi può essere diagnosticato prima della nascita e che perciò genera molta ansia nei genitori. La correzione chirurgica dà buoni risultati e può essere già eseguita nei primi 3-4 anni di vita del bambino. In questo modo si prevengono tutte le implicazioni psicologiche che l’ipospadia può portare con sé in età adolescenziale e adulta, compresi eventuali problemi di relazione legati alla vita sessuale. L’intervento va ancora una volta affidato a mani esperte, capaci di individuare tra le moltissime tecniche a disposizione quella più adatta a quel bambino».

Una patologia che, se trascurata, può comportare conseguenze importanti è il reflusso vescico-uretarale. Come è bene affrontarlo?

«Il reflusso vescico-ureterale può associarsi a situazioni di infezione urinaria anche molto severe. In presenza di reflusso, basta anche una semplice cistite a far sì che le urine infette arrivino fino al rene e determinino un quadro clinico molto severo con febbri alte in grado di durare anche diversi giorni. Se non curata correttamente, questa situazione può a lungo andare procurare un serio danno renale. Partendo dal presupposto che ogni paziente è diverso e adottando una terapia spesso personalizzata, si possono ottenere buoni risultati prevenendo il danno renale e facendo crescere i bambini senza infezioni urinarie».

Quali sono invece la patologie più diffuse con le quali si confronta l’urologo pediatra?

«Idrocele ed ernia inguinale rappresentato il 20 per cento dei nostri interventi chirurgici. Ma affrontiamo e risolviamo anche problemi come la calcolosi urinaria o le patologie ostruttive dell’apparato urinario con interventi su rene o vescica, spesso dopo una diagnosi prenatale. È molto frequente anche il testicolo ritenuto, per il quale occorre intervenire nei primi mesi di vita. Ci occupiamo anche delle disfunzioni vescicali, che possono essere secondarie a gravi problematiche neurologiche quali la spina bifida. In ultimo, siamo ancora noi a occuparci dei DSD (Disordini della differenziazione sessuale), un problema molto complesso che interessa il bambino e i suoi genitori e che va gestito attraverso un approccio multidisciplinare capace di coinvolgere anche psicologi, endocrinologi e altri specialisti pediatri».