Tutta la chirurgia del pancreas anche alla Clinica Fornaca


L’esperienza del professor Gian Ruggero Fronda per tutti gli interventi di chirurgia pancreatica. La diagnosi precoce consente di individuare e asportare anche le forme maligne di tumore: «Sono operazioni lunghe e complesse che necessitano di mani esperte e un ambiente attrezzato». Il tumore al pancreas rimane una delle patologie oncologiche con la prognosi più negativa. […]

L’esperienza del professor Gian Ruggero Fronda per tutti gli interventi di chirurgia pancreatica. La diagnosi precoce consente di individuare e asportare anche le forme maligne di tumore: «Sono operazioni lunghe e complesse che necessitano di mani esperte e un ambiente attrezzato».

Il tumore al pancreas rimane una delle patologie oncologiche con la prognosi più negativa. Ne esistono forme differenti, benigne e maligne, diversamente curabili. Anche le patologie maligne vengono oggi riconosciute sempre più precocemente, quando sono ancora di dimensioni contenute e sono asportabili con un intervento chirurgico. Un’operazione che richiede però il contributo di mani esperte: «Può essere un intervento molto difficile – spiega il professor Gian Ruggero Fronda, chirurgo della Clinica Fornaca e Direttore della struttura di Chirurgia generale 4 della Città della Salute e della Scienza di Torino – ed è bene affidarsi a chi ha confidenza con questo tipo di operazioni».

La Clinica Fornaca è attrezzata per tutti gli interventi di chirurgia pancreatica: pancreatiti croniche, esiti di pancreatiti acute, neoplasie esocrine o endocrine che richiedano anche una DCP (duodenocefalopancreasectomia). «Quest’ultimo – prosegue il professor Fronda – è un intervento molto impegnativo che presuppone una ricostruzione pancreatica, biliare e gastro-digestiva. Non è perciò un’operazione che s’improvvisa e che può essere eseguita con facilità da tutti i chirurghi». In materia di chirurgia pancreatica, la struttura diretta dal professor Fronda è la quarta in Italia per numero di interventi effettuati: «Tra le patologie neoplastiche che richiedono una DCP, il tumore più frequente è quello alla testa del pancreas – continua – ma può anche essere di pertinenza della via biliare distale, del duodeno o papilla di Vater. Vengono asportati testa pancreatica, duodeno, primo tratto di intestino tenue, coledoco e colecisti». Più facili da trattare sono invece le neoplasie di corpo e coda del pancreas: «Si possono operare anche in laparoscopia e non hanno bisogno di grosse ricostruzioni – aggiunge il professor Fronda -: si asporta il tratto medio-distale della ghiandola pancreatica e, qualora possibile e indicato, si cerca di salvare la milza».

«Non c’è prevalenza di sesso tra chi viene colpito da tumore al pancreas – conclude il professor Fronda -. Riguarda soprattutto chi ha un’età compresa tra i 60 e i 70 anni ma non sono così infrequenti i casi che interessano 40/50enni. Per quanto riguarda il tumore della testa del pancreas, il sintomo più caratteristico dell’esordio è senza dubbio l’ittero. Quelli di corpo e coda, almeno nelle prime fasi, registrano invece pochi sintomi o sono talvolta quasi del tutto asintomatici». In sede di diagnosi risulta infine molto importante l’ecoendoscopia, un esame che per il paziente è del tutto simile a una gastroscopia ma che consente invece al medico di studiare con maggior precisione gli organi interessati grazie a una sonda ecografica introdotta nello stomaco del paziente.